Ferrara: insieme agli amici nella città degli estensi

Senior e Junior: ancora loro!

La circostanza del viaggio a Ferrara mi ha indotto a coinvolgere Toni e Paola in un incontro nella città estense. Intanto perchè la relativa vicinanza ci consentiva di rivederci dopo qualche mese dall'ultima volta e poi perchè ero sicuro che avrebbe fatto loro piacere vedere qualcosa che, magari, ancora non conoscevano di questa città. La scelta è caduta sulla Palazzina di Marfisa d'Este che anche noi non avevamo avuto modo di visitare nelle nostre precedenti visite a Ferrara.

La Palazzina di Marfisa a Ferrara è una tipica dimora estense, edificata a partire dal 1559 per volere del marchese Francesco, figlio di Alfonso I e di Lucrezia Borgia. Passata nel 1578 in eredità alla figlia Marfisa, amante delle arti e protettrice del poeta Torquato Tasso, essa abitò la palazzina fino al 1608, anno della sua morte, che segnò l’inizio del lento degrado di questo luogo.

Divenuta proprietà comunale nel 1861, i lunghi anni impegnati nei lavori di restauro furono coronati nel 1938 con l’inaugurazione del percorso museale che, allora come ora, trova il suo punto di forza nella sequenza di sale decorate a grottesca e negli antichi arredi consoni alla nobile tipologia abitativa, nel giardino e nelle logge pensate come elementi non secondari ma fondamentali secondo logiche costruttive e scelte estetiche distintive dei luoghi di corte nella seconda metà del Cinquecento.

Il grande giardino della residenza, purtroppo, è in gran parte scomparso ma intorno alla palazzina resta ancora una piccola area di verde.
(fonte: artecultura.fe.it)

Fausta insieme a Toni e Paola sotto l'arco detto la Prospettiva.
La nostra meta odierna è la Palazzina di Marfisa d'Este, su corso della Giovecca.
L'ingresso alla palazzina.
Un busto appoggiato su un bel mobile antico nella Sala delle Imprese.
Dall'altra parte del mobile un busto di donna.
Il bel soffitto della Sala delle Imprese, decorato con amorini, fiori, divinità, scene mitologiche e, appunto, le imprese araldiche di Francesco d'Este.
La Sala Fetonte, così denominata dal mitico Carro del sole, guidato da Fetonte, raffigurato nello sfondato al centro del soffitto.
Sempre nella Sala di Fetonte un ritratto di Margherita Gonzaga, terza moglie di Alfonso II d'Este, attribuito a Franz Pourbus il Giovane.
Foto di gruppo nella Sala Fetonte accanto al "Putto" in bronzo, dell'artista Giuseppe Virgili, originariamente posto al centro della fontana del giardino e successivamente sistemato in questa sala per preservarne lo stato sostituendolo, nella fontana, con una copia fedele dell'originale.
Sala dei Banchetti. Una grande tela che raffigura la Battaglia delle Amazzoni splendidamente incorniciata "alla sansovina", intagliata e dorata. L'opera è una copia di Rubens di autore ignoto del XVII secolo. Sotto un lungo tavolo datato al XVIII secolo.
Ancora nella sala dei Banchetti con una seconda tela dallo stesso argomento con una cornice analoga. Sotto il quadro una bella credenza di area veneta degli inizi del Seicento.
Sulla credenza della Sala dei Banchetti è esposto inoltre un Busto di Condottiero del tardo XVI secolo o degli inizi del XVII secolo.
Per caratterizzare l'ambiente definito "Studiolo" un postergale è stato assemblato ad una cattedra in massello di noce risalente agli inizi del XX secolo.
Nella Sala Grande una bella credenza da sacrestia in noce, a due ordini, di area veneta (sec. XVII). Completano l'arredamento due seggioloni con intagli dorati del XIX secolo, in stile cinquecentesco.
Sulla credenza il Busto di Beatrice Prisciani, databile intorno al 1574. La scultura faceva parte di un monumento funerario, fatto erigere per Beatrice dal marito Ferrante Estense Tassoni, nella Cappella Prisciani in San Domenico.
Un'altra credenza da sacrestia, di fronte alla prima, con le medesime caratteristiche e anch'essa con due seggioloni ai lati.
Del Busto virile collocato sulla seconda credenza si è perduta la provenienza originaria. Era probabilmente inserita in un complesso scultoreo a destinazione funeraria. Si trovava nella Certosa di Ferrara, dove nel corso del XIX secolo erano stati raccolti numerosi marmi provenienti da chiese e conventi soppressi.
Il lungo tavolo posto al centro della Sala Grande è esattamente di fronte all'ingresso della Palazzina su Corso della Giovecca.
Il camino monumentale del XVI secolo, finemente adornato da motivi decorativi tipici della officina veneta dei Lombardo, reca sull’architrave lo stemma della nobile famiglia ferrarese dei Falletti. Fu ritrovato da Giuseppe Agnelli nel granaio dell’ex-collegio dei Gesuati a Ferrara e fu collocato nella Palazzina a cura della Ferrariae Decus, già durante i lavori del 1926-27.
Su una parete della Sala del Camino il pregevole Ritratto di Gentiluomo della fine del XVI secolo è sistemato entro una cornice “alla sansovina” del tutto simile a quelle collocate nella Sala dei Banchetti (bottega di area veneta, XVII secolo).Sotto il quadro una credenza con un ricco repertorio di motivi ad intaglio (fine sec.XVI)
Di notevole interesse è il busto in marmo con il Ritratto di Fanciullo (Lucio Vero?) della prima metà del II sec. d.C.
Completa l'arredamento della Sala del Camino un bel cassone veneto in noce, lumeggiato in oro (XVI sec.).
Nella Saletta degli Armadi Toni appone la sua firma nel libro dei visitatori.
Esterno della Palazzina Marfisa d'Este. Il giardino.
Esterno della Palazzina Marfisa d'Este. Il giardino.
Esterno della Palazzina Marfisa d'Este. Il giardino.
Esterno della Palazzina Marfisa d'Este. Il giardino.
Esterno della Palazzina Marfisa d'Este. Il giardino.
Esterno della Palazzina Marfisa d'Este. La loggia degli Aranci.
Esterno della Palazzina Marfisa d'Este. La loggia degli Aranci.
Esterno della Palazzina Marfisa d'Este. Il giardino.
Alla Panetteria da Roberto per acquistare le famose "Coppie Ferraresi", il miglior pane in assoluto.
Al Bar Pasticceria Leon d'oro in Piazza del Duomo per un aperitivo a base di Prosecco.
Mentre la simpatica cameriera rumena ci versa il Prosecco è possibile scorgere attraverso i vetri il brulichio di gente nella piazza.
Un brindisi al nostro incontro sullo sfondo delle bancarelle che deturpano la facciata del Duomo di Ferrara!
Piazza Trento e Trieste, già Piazza delle Erbe, dove si sta tenendo un mercato settimanale. Sullo sfondo la guglia della Torre dell'Orologio e il torrione del Palazzo Municipale, già Palazzo Ducale.
Davanti alla trattoria "da Noemi" dove stiamo andando a pranzo.
Un brindisi con un calice di ottimo vino Sangiovese Centurione.
Luca, il giovane che ci ha assistiti con grande garbo e competenza. Lui è nipote della grande Noemi, essendo il figlio della figlia di Noemi, Maria Cristina.
Un "classico" plateau di sette formaggi con relative salsine. Veramente gustoso.
Una foto ricordo di Maria Cristina, la proprietaria del locale, insieme ai suoi due figli Giovanni e Luca.
Di nuovo sotto la Torre dell'Orologio, a Piazza del Duomo.
Sotto il "Volto del Cavallo", l'arco che mette in comunicazione Piazza del Duomo con la Piazza Municipale ex Cortile Ducale.
Piazza del Castello. Toni è colpito dalla mostra di auto d'epoca dell'Alfa Romeo.
Piazza del Castello. Ci stiamo avviando verso Piazza della Repubblica per andare a recuperare l'auto di Toni e Paola che si accingono a lasciare Ferrara. Sullo sfondo la chiesa di San Giuliano.
Piazza della Repubblica. Prima di lasciarci un'ultima foto di gruppo a ricordo del piacevole incontro.