L'Augusta National Golf Club, situato presso la città di Augusta, in Georgia, è uno dei più famosi golf club del mondo. Fondato da Bobby Jones e Clifford Roberts sul terreno di un vecchio frutteto, il percorso fu disegnato da Jones e
Alister MacKenzie e venne inaugurato nel gennaio nel 1933. Dall'anno successivo divenne la sede di uno dei quattro Major, il Masters Tournament.
L'edificio della Club-house dell'Augusta National Golf Club
Augusta National Golf Club. Interno
Augusta National Golf Club. Interno
Augusta National Golf Club. Interno
Augusta National Golf Club. Interno
Augusta National Golf Club. Interno
Augusta National Golf Club. Interno
Augusta National Golf Club. Interno
Augusta National Golf Club. Interno
Augusta National Golf Club. Interno
Augusta National Golf Club. Interno
I partecipanti al pranzo del martedì sera offerto dal campione in carica, detentore e defender del titolo Matsuyama, il terzo da sinistra in prima fila. Alla sua sinistra il presidente e il direttore del circolo. Ultimo
sulla destra, in prima fila, Tom Watson. In ultima fila, a sinistra, Tiger Woods.
Il Percorso
Una poesia disegnata fra gli alberi. Questo è l’Augusta National, il campo inventato nel 1932 da Bobby Jones e Clifford Brown, dove ogni anno si replica il miracolo del Masters, l’unico tra i 4 Majors che si tiene sempre sullo stesso
percorso. Chi entra al National fa un salto nel tempo, come in certe favole si cambia dimensione entrando in un armadio o aprendo una porta proibita, chi ha la fortuna di avere un biglietto diventa parte di una cartolina senza tempo.
Qui gli spettatori sono chiamati Patrons e hanno il diritto di assistere a uno dei più grandi spettacoli del mondo, ma non possono correre, non possono usare il cellulare – e se qualcuno ha urgenza di chiamare casa può usare una delle
cabine telefoniche distribuite lungo il percorso – non possono fare rumore. Però possono entrare nel negozio che vende tutto il materiale con il logo del Masters: un privilegio, perché non esiste una vendita ufficiale on line. Tutto
come dieci, venti, settant’anni fa.
Le buche hanno il nome di un fiore. Il verde brillante dell’erba è interrotto solo dal marrone degli aghi di pino alla base degli alberi e dal lilla delle azalee che decorano tutto il percorso. Come spiegano i giocatori che l’hanno
provato, non si può preparare altrove il Masters. Le ondulazioni del campo, i dislivelli, la velocità del green, sono tutte cose che si trovano solo qui, non da altre parti. Chi arriva per la prima volta ha un paio di giorni per abituarsi
e poi si affida alla fortuna, tanto dal ‘79 a oggi nessuno ha mai vinto da debuttante. Tutto al Masters è una tradizione: addirittura i sandwich hanno una loro peculiarità che non si trova da altre parti. Dicono che il sapore del panino
con “pimento cheese” sia inimitabile. E ogni buca ha mille storie da raccontare. Ma ce ne sono tre che sono più speciali delle altre. La 11, la 12 e la 13. Nomi ufficiali: white dogwood, golden bell, azalea. Insieme formano l’Amen Corner,
un angolo dove magari non si vince il torneo, ma di sicuro lo si può perdere. Per informazioni chiedere a Tiger Woods che alla sua ultima apparizione, nel 2020, ha chiuso la 12, che è un par 3, in 10 colpi. L’Amen Corner è un luogo dove
aleggiano i fantasmi del golf, dove ancora si sente il rimbombo delle urla verso il cielo, le imprecazioni per le palline finite in acqua, l’eco delle speranze deluse. Deve il suo nome a un giornalista americano di Sports Illustrated,
Warren Wind, che nel 1958 lo chiamò così dicendo di essersi ispirato a una canzone jazz in voga in quegli anni, “Shouting at Amen Corner”.
La planimetria del campo che misura 6799 mt. par 72. Il record del campo è 63.
Hole No. 1: Tea Olive – Par 4, 406 Metri
Hole No. 2: Pink Dogwood- Par 5, 525 Metri
Hole No. 3: Flowering Peach – Par 4, 320 Metri
Hole No. 4: Flowering Crab Apple – Par 3, 219 Metri
Hole No. 5: Magnolia – Par 4, 416 Metri
Hole No. 6: Juniper – Par 3, 164 Metri
Hole No. 7: Pampas – Par 4, 411 Metri
Hole No. 8: Yellow Jasmine – Par 5, 521 Metri
Hole No. 9: Carolina Cherry – Par 4, 460 Metri
Hole No. 10: Camellia – Par 4, 452 Metri
Hole No. 11: White Dogwood – Par 4, 461 Metri
Hole No. 12: Golden Bell – Par 3, 141 Metri
Hole No. 13: Azalea – Par 5, 466 Metri
Hole No. 14: Chinese Fir – Par 4, 402 Metri. La buca 14 è l’unica buca del percorso senza bunker.
Hole No. 15: Firethorn – Par 5, 484 Metri
Hole No. 16: Redbud – Par 3, 155 Yards
Hole No. 17: Nandina – Par 4, 402 Metri
Hole No. 18: Holly – Par 4, 425 Metri
I Records
L'elenco di tutti i primati stabiliti e/o reiterati compiuti nell'ambito del Master.
Vincitore più anziano: Jack Nicklaus (46 anni, 82 giorni), 1986[5]
Vincitore più giovane: Tiger Woods (21 anni, 104 giorni), 1997[5]
Più volte campione: 6, Jack Nicklaus 1963, 1965, 1966, 1972, 1975, 1986[5]
Punteggio più basso su 72 buche: 268 (-20), Dustin Johnson 2020;
Vittoria con il margine più alto: 12 colpi, Tiger Woods, 1997[5]
Vittoria col il punteggio più alto: 289 (+1), Sam Snead, 1954; Jack Burke, Jr., 1956; Zach Johnson, 2007
Vittoria col il punteggio più alto: 289 (+1), Sam Snead, 1954; Jack Burke, Jr., 1956; Zach Johnson, 2007
Vittoria col il punteggio più alto: 289 (+1), Sam Snead, 1954; Jack Burke, Jr., 1956; Zach Johnson, 2007
Punteggio più basso su 18 buche: 63, Nick Price, 1986; Greg Norman, 1996[11]
Punteggio più basso su 18 buche: 63, Nick Price, 1986; Greg Norman, 1996[11]
Giocatore più giovane: Guan Tianlang (14 anni, 168 giorni), 2013[12]
Miglior piazzamento di un italiano: 5°, Costantino Rocca, 1997;[13] Francesco Molinari, 2019.[14]
Miglior piazzamento di un italiano: 5°, Costantino Rocca, 1997;[13] Francesco Molinari, 2019.[14]