La prima persona che, a Roma, mi ha introdotto nel mondo del golf è stato Filippo Pacelli, all'epoca titolare dell'agenzia pubblicitaria FP, la quale
gestiva i budget pubblicitari della Lebole in quanto distributrice delle creazioni di Laura Biagiotti. Nell'ambito delle mie funzioni incontrai Filippo Pacelli in occasione del planning di una campagna pubblicitaria della Lebole nel 1984. Parlando del più e del meno venne fuori l'argomento golf. Lui, come seppi più tardi, era già un ottimo giocatore militante in 1a categoria. Io gli raccontai di una mia fugace apparizione, qualche anno prima, sul campo pratica dell'Idroscalo di Milano e lui, cogliendo un mio velato desiderio, mi suggerì di andare, a suo nome, da Antonio Papa, Presidente del Circolo del Golf Fioranello, che mi avrebbe reso facili le operazioni di avvicinamento a questo sport. Naturalmente i rapporti con Filippo Pacelli perdurarono, nel tempo, ben oltre i nostri incontri professionali. Ricordo, in particolare, la presenza simultanea a Gardagolf, nel 1988, in occasione del 2° Campionato Nazionale dell'Associazione Pubblicitari Golfisti dove Filippo vinse il titolo netto in 1a categoria ed io il 2° netto in 2a categoria. Da non dimenticare, infine, la nostra presenza contemporanea, per anni, nel Comitato Regionale del Lazio dove restai fino al 1996 quando, sotto la sua presidenza, mi dimisi per svolgere l'indagine sui sistemi informatici della FIG. In quella occasione diedi le dimissioni sia dal Comitato Regionale che dalla stessa Federazione al fine di non creare un conflitto d'interessi. |
Seguendo il consiglio di Filippo Pacelli mi recai al Circolo del Golf Fioranello dove presi contatto col suo Presidente, Antonio Papa, appunto.
Era il mese di aprile dell'84 e Fausta ed io cominciammo a frequentare il circolo e a prendere lezioni di golf. I miei rapporti con Antonio Papa, ben presto, assunsero un aspetto quasi professionale in quanto fui richiesto di qualche parere su argomenti inerenti alla mia professione i quali, dopo un po', sfociarono addirittura in una richiesta di collaborazione. Venni cooptato nella Commissione Sportiva e mi fu chiesto di occuparmi del settore delle promozioni e delle sponsorizzazioni, materia oserei dire vitale per un circolo sportivo. Col tempo detti un notevole impulso a questo settore che portò al raggiungimento di importanti sponsorizzazioni dovute anche ai miei buoni rapporti col mondo della comunicazione. Infatti alcuni dei miei interlocutori professionali furono ben felici di fare il loro ingresso nelle sponsorizzazioni golfistiche il cui target di riferimento era esattamente in linea con il loro tipo di comunicazione. A questo proposito ricordo, fra le più note, l'International Press Golf trophy, e la Coppa Famiglia Cristiana. Nel corso della Presidenza di Antonio Papa venni cooptato nel Consiglio Direttivo e mi fu affidato il settore della promozione dell'attività sportiva, carica che mantenni fino alle elezioni successive quando Antonio Papa si dimise dalla carica di Presidente. Al suo posto, come Presidente, venne eletto Antonio Rivelli. |
Quando a marzo del 1984 Fausta ed io iniziammo a frequentare Fioranello il maestro titolare era Romolo Croce. Ci affidammo alle sue cure e siccome eravamo
allievi attenti e scrupolosi in breve tempo facemmo progressi e lui non mancò mai di farci i complimenti per i risultati raggiunti. Nel 1987 fu lui a suggerirci, quando chiedemmo il suo parere, di andare alla Golf Clinic che suo nipote, Alberto Croce, avrebbe tenuto alla Garlenda, un circolo di golf nella zona di Alassio, in provincia di Genova. E fu ancora lui a dirci che, ogni tanto, sarebbe stato bene cambiare maestro, almeno per un breve ciclo di lezioni perché, disse, "sentire un'altra campana consente di valutare meglio le situazioni di gioco". Anche in questo seguimmo i suoi consigli e fra i maestri ai quali ci affidammo, prima di tornare da lui, ci furono il fratello di Romolo, Cesidio, col quale facemmo un breve ciclo di lezioni nel 1988 all'Acquabona. Poi ci fu Antonio Pelliccioni, all'epoca suo assistente a Fioranello, e, per quanto riguarda me, per un breve periodo presi lezioni da Roberto Bernardini, uno dei maestri titolari del golf dell'Acquasanta. Con Romolo ho sempre avuto uno stupendo rapporto che varcava quello che si stabilisce fra maestro e allievo; posso dire che era un vero e proprio rapporto di amicizia. Quando il 10 giugno 1992, a soli 73 anni, Romolo ci lasciò, il vuoto che si creò nel nostro circolo fu enorme; vuoto che venne, e viene, colmato, almeno una volta l'anno, in occasione di una gara intitolata alla sua memoria; il "Trofeo Romolo Croce". |
La mia amicizia con Luciano Pandolfini risale ai primi anni della mia frequentazione di Fioranello. Direi che ci siamo sintonizzati subito.
Come io ho sempre avuto l'istinto del comunicatore così lui ha sempre avuto, nel suo DNA, l'istinto dell'organizzatore. Due soggetti come noi, che si incontrano, sono inevitabilmente destinati a combinare qualcosa. E qualcosa, in effetti, insieme lo abbiamo combinato. A cominciare dal nome della sua prima società, la Golfacilities, un parto della mia inventiva, sì, ma merito della sua intraprendenza che ha saputo cogliere, in quegli anni, il momento giusto per realizzare eventi ed avvenimenti dei quali si sarebbe parlato negli anni a venire. Insieme abbiamo dato vita ad una serie di iniziative che sono perdurate negli anni: l'International Press Golf Trophy e la Coppa Famiglia di Famiglia Cristiana, già citate, l'Order of Merit da me portato in vari circoli e da lui sponsorizzato, tanto da farne, per anni, un fiore all'occhiello dei calendari gare dei circoli del Lazio. E così tante altre occasioni per essere presenti nel sempre più articolato mondo delle sponsorizzazioni golfistiche. Ad un certo punto ci siamo persi di vista; io occupato sempre di più nel mio lavoro e nell'attività di coordinamento all'interno del circolo, lui impegnato sempre di più in iniziative mirabolanti che lo hanno portato in giro per l'Italia e, spesso, anche all'estero. L'ultima cosa che facemmo insieme fu un evento a Riva dei Tessali culminato in un Veglione di Capodanno del quale ancora si parla. Ma le vicissitudini della vita non mi faranno mai dimenticare l'emozione delle nostre avvincenti prime avventure. |
Credo sia giusto riconoscere a Roberto Laureri il merito di essere stato il primo e più sfegatato sostenitore della validità della presenza della
stampa internazionale nel mondo delle sponsorizzazioni golfistiche. Lui era, nei primi anni '90, l'area manager per l'Europa e il Medio oriente di
McGrow Hill, l'editore di Business Week, la testata periodica internazionale più prestigiosa in fatto di economia. I nostri rapporti professionali erano improntati ad una grande familiarità e amicizia e ciò permise di avviare, senza perifrasi o motivi reconditi, un dialogo che permise a me di ottenere per il mio circolo un evento in esclusiva e a Roberto Laureri e colleghi un ingresso da lungo tempo auspicato nella sponsorizzazione golfistica, sport, il golf, che per tradizione è una disciplina molto ben conosciuta nel mondo anglosassone. Fu talmente entusiasta di questa possibilità che fu lui a farsi parte diligente per acquisire altri suoi colleghi e a convincerli a dar vita al noto circuito di gare conosciuto in quegli anni a Roma col nome di International Press Golf Trophy (IPGT). Fu così che a Business Week si accodarono International Herald Tribune, The Economist, Wall Street Journal, Time Magazine, e Fortune International. Il circuito, grazie alla solidale presenza dei suoi rappresentanti in Italia, acquisì subito grande importanza e ben presto le gare dell'IPGT videro iscriversi un grande numero di giocatori, non solo di Fioranello ma persino di altri golf del Lazio, oltre a quelli di Roma. E fu grazie a Roberto Laureri e ai suoi colleghi che Fioranello ottenne, in breve tempo e, per davvero, quasi inavvertitamente, una solida notorietà fino ad allora mai raggiunta. |
La mia amicizia con Alberto Acciari risale ai tempi del Campionato del Mondo di Lento Fumo della Pipa, di cui lui era un promotore insieme a Fausto Fincato
del quale, all'epoca, frequentavo il salotto per fumatori di pipa. Io collaborai ad organizzare quell'evento e ho sempre pensato che il buon lavoro svolto
in quella circostanza fosse alla base della proposta che mi fece alla fine degli anni '80. Alberto Acciari mi coinvolse nell'iniziativa di un torneo di golf destinato a squadre di golfisti della stessa azienda, il Trofeo Makis. La cosa mi piacque davvero tanto, ne elaborai il regolamento e presiedetti il Comitato di Gara. Inoltre creai il primo sito internet del Campionato allo scopo di raggiungere, in modo capillare, i diversi giocatori impegnati nelle varie sedi in tutta Italia. Nel 1990 ebbe luogo, sul percorso del Parco de' Medici, la prima edizione di questo torneo che, col tempo, assunse il nome di "Campionato Interaziendale di Golf a Squadre". Nei 15 anni di attività di questo evento vi hanno preso parte oltre 150 aziende che hanno messo in campo più di 200 squadre per un totale di oltre 1000 giocatori. |
L'incontro con Alberto Croce alla Garlenda, in occasione della Golf Clinic alla quale Fausta ed io partecipammo nel 1987, rappresentò, per noi, il primo
"momento della verità" messi di fronte alle difficoltà di articolare, nel modo meno traumatico possibile, uno sport così difficile come il golf. Il passaggio
dall'insegnamento di base di Romolo, a quello applicato da Alberto Croce, più indirizzato verso una maggiore tecnica, fu decisamente il primo passo verso la
nostra maturità golfistica. La Golf Clinic, sotto la sua guida, si rivelò estremamente produttiva. Era la prima volta che ci sottoponevamo ad un vero e proprio tour de force che iniziava la mattina e finiva nel pomeriggio. Inoltre la sera, in albergo, ci venivano mostrate, per ognuno dei partecipanti, le riprese video della giornata, cosa che, anche se causa di stress, ci permetteva di capire su che cosa lavorare. Tutto questo ci trasportò in una nuova realtà che, per davvero, ci permise quel miglioramento che ci consentì, negli anni successivi, di ottenere belle ed emozionanti soddisfazioni. |
Dal mese di aprile del 1995 ero stato nominato componente della Commissione Regolamenti della FIG, ma i miei rapporti con Stefano Manca, Segretario Generale della
Federazione, erano del tutto casuali. Fino a che, ai primi di febbraio del 1996, Stefano Manca mi convocò dicendomi di aver visto all'opera i due programmi di informatica che avevo messo a punto per la gestione delle banche dati dei Circoli e dei Professionisti. Mi chiese se ero disposto, visti i miei trascorsi professionali, ad occuparmi di una indagine capillare sulla situazione informatica della Federazione. Mi riservai di accettare solo se il Consiglio Federale avesse approvato il progetto che avrei presentato per assolvere l'incarico. La mia proposta venne accettata e io promisi a Stefano Manca che in tre mesi gli avrei presentato l'indagine completata. Come detto altrove diedi le dimissioni e l'indagine iniziò il 20 di marzo. Il 20 di giugno, come avevo promesso, consegnavo l'indagine nelle mani di Stefano Manca il quale avviò immediatamente quelle iniziative scaturite dall'indagine per la messa a punto del nuovo sistema informatico della FIG. |
C'è stato un momento nella mia "carriera" di golfista in cui ho sentito la necessità di migliorare il mio gioco per poter abbassare l'handicap e fare
quel benedetto salto dalla 3a categoria alla 2a. In quel periodo ero entrato a far parte del Comitato Regionale del Lazio dove, occupandomi di gare, regolamenti e documentazione, compresa quella che riguardava il settore professionistico, mi era caduto l'occhio sulla persona di Roberto Bernardini, stimato maestro dell'Acquasanta e golfista rinomato per i risultati ottenuti in campo agonistico. Decisi pertanto di affidare a lui il percorso del mio miglioramento. Roberto Bernardini si dimostrò degno della mia fiducia. Uomo di poche parole, spesso brusco e poco diplomatico, effettuò, però, sul mio gioco, quegli interventi che mi aiutarono ad elaborare strategie, sul percorso di gara, molto più in linea con il mio carattere e con la mia età. Nel giro di due anni, dall'88 al '90, limai il mio handicap di ben 5 colpi scendendo da 19 a 14. Come non ricordarlo con tanta gratitudine? |
Antonio Rivelli è stato il secondo presidente che ho avuto nel corso della mia permanenza a Fioranello. Fu lui a sollecitare il mio intervento nel
settore della comunicazione del circolo e a promuovere l'istituzione del "Fioranello News". Lui, oltre che mio Presidente, era stato ed era un ottimo amico e compagno di gara. Spesso, insieme, abbiamo fatto parte di squadre partecipanti ad incontri agonistici di grande spessore come quando Romolo Croce ci volle in squadra con lui in occasione della Pro-Am promossa per l'inaugurazione del Country Club Castelgandolfo. Durante il periodo della sua presidenza io mi occupai solo della comunicazione all'interno del circolo dato che il mio incarico in Federazione e quello nel Comitato Regionale non mi lasciavano molto tempo a disposizione. Quando nel 1997 si svolsero le successive elezioni per eleggere il nuovo Consiglio Direttivo Antonio Rivelli fu sostituito, nella carica di Presidente, da Piergiuseppe Bernardoni. |
Piergiuseppe Bernardoni, per gli amici Piero, oltre che mio Presidente (il 3° da quando mi ero iscritto a Fioranello) era stato, parecchi anni prima, il mio
diretto superiore nella Direzione Relazioni Esterne dell'ENI. Avendo vissuto gli anni del mio approdo nel mondo del golf, anche lui si fece coinvolgere restandone semplicemente affascinato. Anche lui si iscrisse a Fioranello e ben presto, data la sua grande preparazione in campo gestionale, entrò a far parte degli organi direttivi del circolo diventandone, in occasione delle elezioni del 1997, Presidente. In quella circostanza anche io divenni uno dei consiglieri e ci trovammo a collaborare nuovamente, anche se in un settore diverso, per uno scopo comune. Il rapporto di collaborazione, però, terminò quando una fronda interna al circolo costrinse il Presidente e i suoi consiglieri a dare le dimissioni. Fu in quella circostanza che io, non condividendo le ragioni che avevano determinato quella situazione di belligeranza, preferii allontanarmi, anche se non definitivamente, dal circolo. |
Una struttura organizzativa molto efficiente che operava a Fioranello era l'Alitalia Golf Club. Roberto Servetti ne era il coordinatore e un giorno mi chiese se
me la sentivo di collaborare facendo il loro sito internet in modo da veicolare le informazioni ai soci in modo più rapido e moderno. Nacque così la nostra
collaborazione e io fui nominato consulente per l'informatica. Qualche tempo dopo la struttura dell'Alitalia Golf Club diede origine all'Aerogolf, l'Associazione dei Piloti Golfisti, e Roberto Servetti, che ne aveva assunto la Presidenza, mi invitò a far parte dell'organizzazione per occuparmi soprattutto della parte informatica e fotografica, in modo che ci fossero sempre informazioni e immagini a documentare le gare del calendario. Anche se vari avvenimenti, alla fine, mi hanno portato lontano dall'ambiente dell'Aerogolf, per cui avevo anche elaborato uno spiritoso marchietto, tuttavia ho sempre conservato un gradito ricordo di quei tempi dal sapore vagamente goliardico. |
Ho conosciuto Mario Camicia sul green della 18 di Vilamoura il 17 ottobre del 1987, al termine della gara Coppa Telefünf che faceva parte del VI Trofeo
Publitalia '80. La 18 era un par 5 ed io giocavo hcp 27. Camicia assistette al mio arrivo in green col terzo colpo, cosa che mi permise di fare il par
e di guadagnare ben 3 punti. Quando lasciai il green e mi avviai verso la club-house lui mi venne incontro e mi fece i complimenti per il bel colpo eseguito.
Quando seppe che il mio handicap era 27 e che ero alle prime armi, soprattutto su un percorso difficile come quello di Vilamoura, mi pronosticò, molto
simpaticamente, un bel futuro come giocatore. Camicia stette con noi per tutta la durata della manifestazione e quando quella sera, al Club Mediterranee di Da Balaia dove eravamo ospitati per la gara, ci fu la premiazione, fu lui a chiamare i nomi dei vincitori. Tra questi c'era Fausta che, in quella occasione, aveva vinto il 2° netto in 3a categoria. Da allora non ebbi più modo di incontrare Mario Camicia di persona ma ebbi l'occasione di ascoltarlo più e più volte, nel corso degli anni, nella sua qualità di commentatore, ineguagliabile, delle gare di golf in televisione. |
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Quando nel 2011 seppi, con grande dispiacere, della sua morte stentai a crederlo; quando ci si affeziona ad un personaggio per una serie di qualità che lo contraddistinguono rispetto alla massa, non si pensa mai che debba lasciarci. Purtroppo ciò accade e, nel caso di Mario Camicia, l'unica cosa che possiamo fare è quella di perpetuare la sua memoria affinché anche i più giovani sappiano, ed imparino a conoscere, un pezzo della storia del golf italiano. |