I Giganti
La Storia
Quando nel 1950 tornai a Roma da Milano insieme a mia madre, mio padre mi iscrisse alla sezione cadetti dell'YMCA di Roma, a Piazza Indipendenza 1.
Lì, insieme a tanti altri amici, mi dedicavo alle normali attività ludiche di un ragazzo di 13 anni: ginnastica, palla a volo, attività di campeggio estivo nella pineta della villa del Principe Borghese, tra Anzio
e Nettuno, dove imparai a giocare a baseball.
Insieme a queste attività ce n'era un'altra che nulla aveva a che fare con lo sport ma che, invece, era collegata alle attività di gruppo che si svolgevano all'interno della Sezione Cadetti e che aveva a che fare con
le festicciole da ballo che ogni tanto si organizzavano per noi ragazzi. Si trattava, all'inizio, di gestire un giradischi e una collezione di dischi (in massima parte miei) che mi procuravo frequentando il negozio
"Musica e Radio" di Via delle Convertite (vicino a Piazza San Silvestro) dove feci amicizia col proprietario e con un suo nipote, Vincenzo Micocci. Quest'ultimo mi prese a benvolere e spesso e volentieri mi regalava
qualche 45 giri che io destinavo alla discoteca della Sezione cadetti.
In questo ambiente c'erano degli strumenti musicali che, ogni tanto, venivano suonati da qualche socio appassionato di musica; in queste circostanze noi ragazzi ci accocolavamo per terra e davamo corso, inconsapevolmente,
a quello che poteva apparire come "spettacolo dal vivo"!
Ben presto anche noi ragazzi ci dedicammo a suonare qualche strumento. Io venivo da una esperienza di quattro anni di pianoforte e due di violino che, però, non mi avevano affatto entusiasmato anche se avevano lasciato
in me una vaga conoscenza delle note musicali e di qualche concetto di armonia e melodia.
Lo strumento che mi appassionò da subito fu la batteria. In quel periodo, alla radio, c'era una trasmissione che furoreggiava per quanto riguardava la musica giovanile: "Il Discobolo" primo programma radiofonico, trasmesso
sul Secondo Programma (oggi Rai Radio2), che segnalava le novità musicali provenienti da tutto il mondo: un disco al giorno, dalle 13:50 alle 13:55,e uno speciale domenicale in onda dalle 15:00 alle 15:30, e che era diretto
dal giornalista Vittorio Zivelli. Questa trasmissione era una fonte incredibile di notizie; quando uno dei dischi trasmessi riscuoteva il mio interesse in modo particolare, lo andavo a cercare proprio da Micocci il quale,
spesso e volentieri, lo aveva già in negozio.
In quegli anni cominciai ad appassionarmi al jazz soprattutto ascoltando l'orchestra di Benny Goodman ed identificandomi nel mitico batterista della band: Gene Krupa. La grande lungimiranza di Micocci unita alla sapiente
scelta di brani del jazz d'oltreoceano di Zivelli mi misero in condizione di costruirmi una discoteca jazz di notevoli dimensioni e di indubbia validità musicale.
Fu quasi istintivo cooptare molti dei miei amici dell'YMCA intorno ad una iniziativa che vide realizzare una piccola sezione musicale principalmente orientata al jazz senza però ignorare anche la musica da ballo visto
il nostro coinvolgimento nell'organizzazione degli eventi che avevano lo scopo di animare le feste.
Nel corso degli anni successivi non destò alcuna meraviglia il fatto che un gruppo di giovani frequentatori dell'YMCA dessero origine ad un complessino; in questo contesto io mi dedicai alla batteria e il nostro repertorio,
all'inizio, fu soprattutto un repertorio jazz nel quale erano compresi brani di Benny Goodman (swing) Louis Armstrong (hot jazz) e alcuni brani del nuovo cool jazz, soprattutto di Miles Davis, Dizzie Gillespie, Paul Desmond
, Gerry Mulligan e tanti altri. Il mio modello alla batteria, in questo periodo, fu il grande Max Roach pur non ignorando l'altrettanto bravo Art Blakey.
All'inizio del 1958 il nostro complessino, che fino a quel momento si era dedicato a qualche modesta jam session di circolo ma soprattutto ad assicurare la musica per le feste da ballo, ebbe una decisa svolta di tipo
"commerciale". Insieme ad alcuni compagni di università che avevano gli stessi interessi e le medesime aspettative, detti origine ad un complessino al quale detti il nome "The Gentlemen" insieme ai fratelli Perani
(pianoforte e chitarra) a Franco Trentalance (sassofono e flauto) e a Ettore Jantaffi (batteria). Io mi ero scoperto cantante e ritenni molto più produttivo passare dalla batteria al contrabbasso per poter suonare e
allo stesso tempo cantare. Il mio modello, a questo punto, poteva essere solo Charles Mingus che già avevo apprezzato nei dischi nei quali ascoltavo Max Roach. Lo stile di questo bassista lo ritenevo adatto anche alla
musica "commerciale", come chiamavamo noi tutta la musica che non era jazz.
Il repertorio, ovviamente, si allontanò (anche se in minima parte) dal jazz per assicurare una serie di brani di musica da ballo dato che il nostro complesso fu ingaggiato, dall'inizio del 1959, per suonare tutti i giovedì
ai cosiddetti "tè danzanti" che l'associazione degli studenti universitari organizzava alla Casina delle Rose al Pincio di Villa Borghese.
Per quanto dovessimo garantire un buon repertorio di musica da ballo, tuttavia non abbiamo mai rinunciato ad inserire brani jazz nel repertorio. Ci aiutò moltissimo la musica di Benny Goodman la quale era l'ideale per
assicurare entrambi gli obiettivi: suonare jazz e far ballare la gente. Tra l'altro, poi, erano spesso gli stessi avventori che ci richiedevano di suonare questo o quel brano di questo o quel musicista. Non esitammo ad
aggiungere dei pezzi di be-bop piuttosto che di cool jazz.
Per quanto riguarda il repertorio delle canzoni, a prescindere dai brani peculiarmente da night, tipici dell'epoca: quelli di Nat King Cole, Frank Sinatra, Peppino di Capri, ecc. il cantante che caratterizzò la mia voce
e il mio repertorio personale fu Frankie Laine. Il suo stile e le sue canzoni ben si addicevano al mio tono di voce dell'epoca. Cantando le sue canzoni devo dire che riscossi un notevole successo personale.
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.::. Gene Krupa (1909-1973) .::.
Gene Krupa, all'anagrafe Eugene Bertram Krupa, è stato un batterista statunitense, bandleader di big band jazz, ed esponente di primo piano dell'età del jazz, uno dei primi batteristi
ad acquisire una vasta popolarità.
.::. Max Roach (1924-2007) .::.
Maxwell Lemuel Roach è stato un batterista, percussionista e compositore statunitense. E' considerato uno dei più importanti esponenti del suo strumento nella storia del jazz.
.::. Charles Mingus (1922-1979) .::.
Charles Mingus, cresciuto nel ghetto di Watts (Los Angeles) si dedicò giovanissimo al violoncello, e passò poi - sotto la guida di Red Callender - al contrabbasso, divenendo uno
dei «grandi» del jazz. Suonò con i massimi musicisti del suo tempo: Jacky McLean, Eric Dolphy, Louis Armstrong, Miles Davis, Max Roach, Lionel Hampton.
.::. Benny Goodman (1909-1986) .::.
Benjamin David Benny Goodman è stato un celebre clarinettista, compositore e direttore d'orchestra statunitense. Specialmente negli anni trenta ebbe grandi successi con la sua
Big Band ed è ritenuto il più importante protagonista dello swing tanto che fu chiamato «The King of Swing».
.::. Frankie Laine (1913-2007) .::.
Frankie Laine, nome d'arte di Francesco Paolo Lo Vecchio, è stato un cantante statunitense. E' stato uno dei grandi interpreti della musica leggera del XX secolo, ed ha al suo
attivo oltre duecentocinquanta milioni di dischi venduti.
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Trascorremmo tutto il 1959 suonando alla Casina delle Rose e al Romanotte, pur non disdegnando di apparire in qualche serata particolare, spesso in alcune ville della Roma bene, in occasione di eventi importanti che
ci venivano ben remunerati.
Anche il 1960 iniziò allo stesso modo e ci assicurammo, oltre al contratto con la Casina delle Rose, anche alcuni periodi in night club della capitale. Nel corso di uno di questi contratti, al Rugantino, ci venne a
sentire la Baronessa Papaleo che era la general manager di un certo Hubner che, scoprimmo poi, era il proprietario dell'Hostaria La Panoramica e Villa Alta di Riccione e dell'Hotel Caesar Augustus di Capri.
Evidentemente la nostra musica le piacque perchè ci assicurò un contratto di due mesi (luglio e agosto) a Riccione e a Capri. Rispettivamente luglio all'Hostaria La Panoramica e agosto a Capri, all'Hotel Caesar Augustus.
A Riccione la Panoramica era frequentata soprattutto da giovani; spesso e volentieri erano i figli di coloro che passavano la serata (e parte della nottata) a Villa Alta. Il repertorio che facevamo lì era al 70% musica
commerciale e al 30% musica jazz addomesticata, in quanto la Baronessa continuava a premere perchè non la facessimo. Solo il fatto che i clienti ce la richiedevano riusciva a smorzare le sue proteste.
Il contratto prevedeva che una volta alla settimana noi andassimo a suonare a Villa Alta per 3 ore (in genere dalle 21.00 alle 24.00) mentre Lucio Barbosa, che era titolare di Villa Alta andava a suonare alla Panoramica.
Era una specie di «scambio culturale»! ;-))
Facemmo amicizia col tumbista di Lucio Barbosa che spesso si univa a noi quando facevamo le prove sulla terrazza della nostra pensione e io, in quel periodo, imparai a suonare le tumbe. Lui ci ringraziò per l'ospitalità
e l'amicizia che gli dimostravamo dandoci, fuori sacco, alcuni dei brani che l'orchestra di Barbosa eseguiva a Villa Alta. Così, da allora, aggiungemmo al nostro repertorio un po' di musica sudamericana.
Nel mese di agosto ci trasferimmo a Capri, o, per meglio dire, ad Anacapri, per suonare sulla terrazza del Caesar Augustus frequentata non solo da clienti dell'hotel ma anche da molta gente che veniva da Capri. Però
il caso volle che quell'anno il sindaco dell'isola avesse emanato un'ordinanza in base alla quale le orchestre che suonavano all'aperto dovessero terminare alle 24.00 e poichè non si poteva suonare in albergo, al chiuso,
dopo le 24.00 per non disturbare i clienti, noi ci trovammo con tanto tempo libero che andavamo a passare a Capri e, spesso e volentieri, finivamo in un locale notturno (mi sembra di ricordare che si chiamasse il
Gatto Bianco) dove suonava un complesso romano al quale, qualche volta, ci univamo per fare un po' di baldoria, con gran divertimento del pubblico e con altrettanta soddisfazione del suo titolare il quale, tenendo a
ringraziarci per quei numeri improvvisati, ci pagava da bere. Devo dire che passammo una bellissima estate e io, allora, non potevo immaginare che sarebbe stata anche l'ultima estate da musicista.
A settembre del 1960 chiusi il complesso e mi dedicai a terminare gli studi all'ISIRP (Istituto Superiore Internazionale di Relazioni Pubbliche) che alla fine dell'anno mi procurò un impiego presso l'ENI di Via Tevere dove fui
assunto nell'Ufficio Relazioni Pubbliche.
Da allora solo due volte mi capitò di suonare nuovamente il contrabbasso: la prima fu a Roma , in un locale che si chiamava "61 a Belsito" dove, andato per trascorrere una serata in compagnia di Fausta (allora eravamo
ancora fidanzati), ci trovai nientepopodimeno che il già a me noto Lucio Barbosa, ancora in attività in Italia. Mi venne richiesto di fare qualche pezzo in loro compagnia, aderii di buon grado e devo dire che passammo
una divertente serata.
La seconda volta fu a Venezia, in un locale notturno dove avevo accompagnato i miei ospiti, cinque ministri del Ghana. Lì suonava un complessino di Roma e, poiché mi conoscevano, mi chiesero di fare alcuni pezzi con loro.
Io mi schermii ma i miei ospiti, assai divertiti dalla cosa, insistettero perchè accettassi; così feci e per mezz'ora mi rituffai nei ricordi con grande divertimento da parte dei cinque ministri africani. Fu l'ultima volta
che accettai di prestarmi a cose del genere e fu anche l'ultima volta che toccai un contrabbasso.