Gennaio - Febbraio 2021

IL MIO POSTO MAGICO


#19 - Firenze 1998

Dalla pagina Facebook del 26 Gennaio 2021 di Danny Irreparabili:

Aderisco con grande piacere all'iniziativa dell'amico Toni "il mio posto magico": mi scuso fin d'ora per la qualità tutt'altro che buona delle foto e per la loro scarsa quantità, ma anche questo fa parte della magia, come spiegato al termine del testo.
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IL MIO POSTO MAGICO
Firenze 1998.

Come può essere un "posto magico" una città che puoi raggiungere in meno di due ore, visitata da milioni di turisti, talmente famosa da essere quasi banale? Ebbene, in un mondo - parlo di prima del Covid - nel quale se non andavi in vacanza alle Mauritius per tre settimane non eri nessuno, io mi accontentavo di piccoli viaggi, weekend, soggiorni e scampagnate.

Correva l'anno 1998, Cinzia ed io riuscimmo a prenotare un albergo non troppo distante da Firenze nel criticissimo ponte del Primo Maggio: in realtà c'erano da fare un po' di chilometri, perché l'hotel in questione si trovava a Reggello, ma tutto sommato la scelta si rivelò azzeccata.

In quei giorni fu tutto all'insegna della magia: il nostro amore (che dura tuttora), la commovente resistenza della mia vecchia Golf, la fiorentina sublime mangiata in quel di Reggello, e poi... Firenze, la Magnifica. Non importava se ad ogni angolo c'erano file chilometriche, se non avevamo prenotato agli Uffizi, o se per pranzo ci saremmo dovuti accontentare di un panino: eravamo lì, in quella città dipinta e scolpita nell'eternità, dove ogni scorcio è capace di lasciarti a bocca aperta.

E poi le botteghe di Ponte Vecchio, la faticosa ascesa a Piazzale Michelangelo, la mole di Santa Maria del Fiore, la Piazza della Signoria, il Palazzo Vecchio, i Giardini Boboli. Ogni singolo dettaglio, ogni particolare è entrato nel cuore e non ne è più uscito.

Era il Maggio 1998, e questa piccola gita è stata forse il crocevia della mia vita: probabilmente l'ultima cosa fatta con gioia e con la speranza di un futuro fortunato. Da lì a pochissimo (un mese, poco più) avrei sciaguratamente accettato una proposta di lavoro che avrebbe devastato la mia carriera, le mie ambizioni e la mia autostima: una scelta sbagliata, della quale ancora oggi porto le ferite. Quando mi rivedo in queste foto un po' invecchiate e un po' sfocate penso che sarebbe bello tornare in quei singoli momenti e riavvolgere tutto: ahimè, non si può fare, ma la serenità che traspare da quel volto ancora così giovane mi dice che - forse - non tutto è perduto.

Le foto sono poche e di qualità un po' scarsa: le macchine digitali ancora non esistevano, le foto si stampavano e si conservavano negli albumini plasticosi regalati dal fotografo. Nonostante le abbia sempre tenute al buio hanno preso una patina quasi antica, e dimostrano molti più anni di quelli che hanno realmente: ma forse è più bello così, perché a dirla tutta l'asettica perfezione delle immagini digitali non trasmette la stessa rozza, nostalgica, palpitante magia di questi scatti.

#tonidirossieilmiopostomagico