A Caorle, città lagunare.

San Donà e Portobuffolè


19 settembre. In questi giorni cade il compleanno di Paola. Quale migliore occasione per fare un po' di festa anche se in anticipo? Programmiamo, per il pomeriggio, un gita a Portobuffolè, una cittadina ad una trentina di chilometri da San Donà di Piave, dove siamo a pranzo da Paola e Toni. Un dolce locale (la "Polenta" di Caorle) è l'ideale per l'occasione!

Portobuffolè è tra i nove comuni veneti insigniti della Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, il marchio di qualità turistico-ambientale del Touring che è destinato alle piccole località dell'entroterra che si distinguono per un'offerta di eccellenza e un'accoglienza di qualità. Per il turista la Bandiera Arancione è un elemento di scelta che garantisce la possibilità di vivere un'esperienza di qualità, alla scoperta di luoghi di cultura e tradizioni, fuori dai flussi turistici tradizionali.

Elemento di spicco di questa cittadina è la cosiddetta "Casa di Gaia da Camino". Intorno al 1293 Tolberto Da Camino, già Podestà di Treviso, e Gaia, sua sposa e cugina, elessero Portobuffolè come loro residenza ufficiale, diventandone i “Signori” nel 1307.

fonte: comune.portobuffolè.tv.it
Foto 1/25 - Il salotto della casa di Toni e Paola.
Foto 2/25 - La tavola apparecchiata.
Foto 3/25 - Pronti per un brindisi.
Foto 4/25 - L'aperitivo lo prendiamo sotto il portico.
Foto 5/25 - Fausta centellina il suo Prosecco ammirando il bel giardino.
Foto 6/25 - Toni è impegnato a stappare una buona bottiglia!
Foto 7/25 - Un altro brinisi... che non fa mai male ;-))
Foto 8/25 - Ecco la Polenta di Caorle, un dessert farcito a base di Pan di Spagna, molto apprezzato dagli affezionati avventori dei ristoranti della cittadina veneta. Il nome deriva dalla forma che riproduce una polenta, tant’è che in alcuni casi, per colpire maggiormente la fantasia, viene servita in un taier.
Foto 9/25 - Eccoci, siamo pronti.
Foto 10/25 - Attrraversiamo il giardino scortati da Cassia e Orazio i due "guardiani" della casa! E sono proprio bravi a fare la guardia.
Foto 11/25 - Siamo a Portobuffolè.
Foto 12/25 - Percorriamo una strada a ciottoli, praticamente deserta.
Foto 13/25 - Intorno case d'epoca con i caratteristici "fermi" sui muri.
Foto 14/25 - il Duomo, che prima di diventare chiesa cristiana era una sinagoga ebraica. Al suo interno è conservato un crocefisso ligneo del '400 di scuola tedesca e uno splendido organo della casa Callido di Venezia con 472 canne di zinco e stagno.
Foto 15/25 - La piazza del Municipio.
Foto 16/25 - Il Municipio con la bandiera a mezz'asta (???). Sullo sfondo la torre del castello.
Foto 17/25 - Porta Friuli. È l'ingresso alla città, con lo stemma del Leone di San Marco. Il ponte risale al 1780 in sostituzione del ponte levatoio del castello. Un tempo vi passava sotto il Livenza, che fu poi deviato.
Foto 18/25 - Le costruzioni sulla destra della Porta Friuli.
Foto 19/25 - La porta vista dall'interno del centro storico. Sullo sfondo tre "viandanti"! ;-))
Foto 20/25 - Piazza Beccaro. Sulla destra la via che porta alla "Casa di Gaia".
Foto 21/25 - Una parte della costruzione che si trova alle spalle della torre del "castello".
Foto 22/25 - Su una delle pareti, là dove ci sono gli anfratti che racchiudono i contatori o le prese d'acqua, qualcuno ha dipinto un omaggio alla "casa" generalizzata ma si intuisce un accenno a "quella casa" che è, per davvero, pregna di storia.
Foto 23/25 - Fausta e Toni leggono con attenzione un pannello che indica che quella è la casa di Gaia da Camino.
Foto 24/25 - Fra i personaggi che si avvicendarono nella storia di Portobuffolé, la figura di Gaia da Camino è sicuramente la più ricordata e la più celebrata. Essa fu signora della città nel Trecento; figlia di Gherardo, signore di Treviso, e moglie di Tolberto, fu artista e mecenate e radunò nel suo palazzo una splendida corte di intellettuali, facendo di Portobuffolé un luogo rinomato per raffinatezza e cultura. La sua fama perenne è decretata inoltre da Dante, che la nomina in un canto del Purgatorio, in occasione del suo incontro con l'anima del padre di Gaia.
Foto 25/25 - E questa è la Casa di Gaia da Camino. Rientra nella tipologia della casa-torre medievale, che unisce ad un vago aspetto difensivo l'uso di accorgimenti architettonici raffinati, a denotare la destinazione ad abitazione signorile. La facciata infatti è impreziosita da eleganti bifore trilobate che mostrano capitelli a fior di loto.
I piani superiori dell'abitazione, dove erano situati gli ambienti di abitazione e di rappresentanza della famiglia, conservano affreschi con scene cortigiane, guerrieri, allegorie. La tradizione popolare indica inoltre nelle due figure attorno alla finestra del primo piano i ritratti di Tolberto e di Gaia da Camino.