Saint Jacques 2, il ritorno.
Il castello di Saint Pierre e il Museo di scienze naturali.
Foto 1/12 - Il castello di Saint Pierre.
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Il castello di Saint Pierre sorge su uno sperone roccioso che domina
la strada che porta al Monte Bianco, a pochi chilometri da Aosta,
sulla sinistra orografica della Dora Baltea. La fondazione del
castello si può far risalire al XII secolo. La sua struttura è
stata però profondamente modificata alla fine del secolo scorso,
quando sono stati aggiunti i merli e le fiabesche torrette angolari.
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Da sinistra a destra:
- Davanti all'ingresso principale del castello.
- Una delle quattro torrette angolari.
- Uno degli ingressi laterali del castello.
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Foto 2/12 - Davanti all'ingresso principale del castello.
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Foto 3/12 - Una delle quattro torrette angolari.
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Foto 4/12 - Uno degli ingressi laterali del castello.
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Foto 5/12 - Un particolare della serratura del portone laterale.
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Foto 6/12 - La sala del Trono.
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Foto 7/12 - La sala del Trono.
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Da sinistra a destra:
- Un particolare della serratura del portone laterale.
- Due viste della sala del Trono.
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In otto sezioni sono ricostruite e descritte le caratteristiche degli ambienti
naturali della Valle d'Aosta. Nell'antica scuderia del castello è allestita la
sezione dedicata alla mineralogia e alla geologia, seguono le sezioni sugli
aspetti climatici e glaciologici, la flora valdostana (le origini e i rapporti
con l'ambiente), la vegetazione (boschi, arbusteti, ecc.), la fauna ornitologica,
i grandi e piccoli mammiferi, gli insetti. Sono ricostruiti quattro ambienti
tipici valdostani, in ognuno dei quali sono presenti caratteristici esemplari
di flora e fauna. Vi è inoltre una collezione osteologica (stambecchi) del
Parco Nazionale del Gran Paradiso.
Foto 8/12 - La sezione dedicata agli aspetti climatici.
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Foto 9/12 - La sezione dedicata alla flora valdostana.
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Foto 10/12 - La sezione dedicata alla fauna ornitologica.
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Da sinistra a destra:
- La sezione dedicata agli aspetti climatici.
- La sezione dedicata alla flora valdostana.
- La sezione dedicata alla fauna ornitologica.
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Al momento della nostra visita al castello di Saint Pierre era in corso
un'esposizione delle opere pittoriche di Valentino Camiletti incentrata
sulla fauna e sulla flora del Gran Paradiso. In quella occasione abbiamo
acquistato il libro scritto da Camiletti e illustrato con le immagini
ricavate da questi quadri. Il libro, che si intitola "Sui sentieri del Re",
con un chiaro accenno al territorio nel quale Vittorio Emanuele II era
solito andare a caccia di stambecchi e di quant'altro, è stato edito da
Priuli & Verlucca nel mese di maggio del 2000 e stampato ad Aosta.
Staccarsi almeno per un po' dalla solita vita frenetica dell'uomo,
significa tornare alle radici. Significa camminare per ore in salita,
con il cuore che martella le tempie nel freddo del mattino fino ad
arrivare a perdersi nei vasti spazi alpini, aspirando intensamente
i profumi di resine silvestri a cui le narici non sono più abituate
e stendendosi su un pascolo in fiore, restando immobili a osservare
in alto, nel cielo turchese, il volo di un'aquila. Il mio modo più
immediato per trasmettere questa sensazione agli altri è sempre stato
quello di dipingere.
(Tratto dall'introduzione del libro di Valentino Camiletti)
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A destra: due delle tante illustrazioni contenute nel libro.
Un libro che unisce la passione primaria dell'autore per la pittura
a quella non meno importante per la montagna. Una guida fatta di
emozioni più che di nozioni sui sentieri che percorrono in lungo
e in largo il Parco Nazionale del Gran Paradiso.
(Tratto dalla IV di copertina del volume)
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Foto 11/12 - Una delle illustrazioni contenute nel libro
"Sui sentieri del Re" di Valentino Camiletti.
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Foto 12/12 - Una delle illustrazioni contenute nel libro
"Sui sentieri del Re" di Valentino Camiletti.
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