Saint Jacques 4, una conferma

In Val d'Ayas

A Saint Jacques

Il Residence Lago Bleu è, come al solito, la meta del nostro viaggio. Al di là del ponte sull'Evançon, il torrente che gli scorre davanti, sembra osservare imperterrito i vari mutamenti che gli avvengono intorno.

Foto 1/8 - Il Bar - Gelateria - Residence Lago Bleu.
  
Foto 2/8 - Il nuovo Residence Bettaforca visto dalla piazza di Saint Jacques.
  
Foto 3/8 - Il Residence Bettaforca visto dallo spiazzo antistante il Lago Bleu.
  
Foto 4/8 - Il nuovo ponte che porta al Lago Bleu e lo chalet di Saint Jacques.
  
Foto 5/8 - La chiesa di Saint Jacques, invece, non cambia mai.
  
Foto 6/8 - Una abitazione restaurata; purtroppo non nello stile tipico del paese.
  
Foto 7/8 - Qui, al contrario, il recupero di una antica fontana è stato effettuato con successo.
  
Foto 8/8 - Anche il torrente Evançon non cambia; qui nel tratto lungo la strada che porta a Blanchard.
Foto 1/1 - Clotilde e Vilma Fosson dietro il banco del Bar Gelateria Lago Bleu.

Clotilde e Vilma

Le figure di Clotilde e di Vilma Fosson, dietro il banco del Bar Gelateria Lago Bleu, sono figure emblematiche che rappresentano la continuità degli avvenimenti e che contribuiscono a rendere la nostra vacanza un evento degno di essere ricordato e raccontato.
Foto 1/1 - Maurizio Bonin dell'AIAT Monterosa nel suo ufficio di Challand-Saint-Anselme in Val d'Ayas.

Maurizio

Maurizio Bonin è un funzionario dell'AIAT Monterosa che lavora nella sede di Challand-Saint-Anselme e a lui desideriamo rivolgere un ringraziamento particolare per la solerzia con la quale ha trattato i nostri problemi, rendendoci tutto più facile e facendoci sentire... a casa nostra!

A Brusson

Una puntata a Brusson per vedere la mostra delle antiche fotografie della città ricavata dalla collezione di cartoline illustrate di Laura e Giorgio Aliprandi.

Foto 1/5 - Un momento della visita alla mostra.
  
Foto 2/5 - Un momento della visita alla mostra.
  
Foto 3/5 - Un momento della visita alla mostra.
  
Foto 4/5 - L'inevitabile firma nel libro riservato ai visitatori.
  
Foto 5/5 - Prima di tornare a Saint Jacques ci fermiamo allo chalet "The Wishing Well" dove si sosta sempre volentieri per dare un'occhiata agli ultimi arrivi sia per quanto riguarda gli oggetti di artigianato sia per quanto riguarda tessuti e biancheria per la casa.

A Champoluc

A Champoluc, in un locale chiamato "La Crota De Arturo" (crota, in piemontese, vuol dire cantina) è stato allestito un Internet Point che nel corso della vacanza ci è stato veramente molto utile. I nostri complimenti e ringraziamenti per la loro grande cortesia a Francesca e Roberto, due fratelli di origine salernitana, che sono i gestori del locale.

Foto 1/5 - Roberto, gestore insieme alla sorella Francesca de "la Crota de Arturo", davanti all'Internet Point che ha allestito qui a Champoluc.
  
Foto 2/5 - Francesca, anche lei impegnata nella gestione del locale, dà a Fausta informazioni circa gli orari del ristorante.
  
Foto 3/5 - Sono stato il primo cliente ad utilizzare il masterizzatore dell'Internet Point e ho provveduto a masterizzare tutte le foto della vacanza.
  
Foto 4/5 - Anche a Champoluc ci sono dei bei negozi di abbigliamento! Questo è "Maison Hélène" e merita una visita. Insieme a Fausta c'è proprio la Elena che dà il nome al negozio.
  
Foto 5/5 - Champoluc. Una piccola collezione di biglietti da visita.

L'Hotel Genzianella di Saint Jacques

In questa fotografia sono rappresentate due delle tre figure femminili che costituiscono l'asse portante dell'Hotel Genzianella di Saint Jacques dove abbiamo avuto il piacere di trascorrere una stupenda serata all'insegna della cucina tradizionale (e non solo) della Valle d'Aosta ad un livello a dir poco strabiliante. A questo proposito si consulti il Menù della serata.

Foto 1/11 - Sara e sua madre Franca (detta Pri-Pri), rispettivamente nipote e figlia di Norma Fosson, ossia la triade che dirige l'albergo e il ristorante.
  
Foto 2/11 - L'Hotel Genzianella visto dalla strada di Saint Jacques.
  
Foto 3/11 - Questa è l'imposta dell'albergo Bellevue di Fiery sulla quale Guido Gozzano, nel 1910, di suo pugno incise una quartina tratta da una delle sue poesie.
  
Foto 4/11 - Questo è l'ingrandimento della foto precedente, dove è possibile intravedere l'autoritratto di Gozzano e la data.
  
Foto 5/11 - Questi versi sono tratti dalla poesia "Nemesi" che appartiene alla raccolta "La via del rifugio".
  
Foto 6/11 - La parete di fronte alla réception sulla quale sono stati appesi dei quadretti con i ricordi della famiglia Fosson.
  
Foto 7/11 - In questo dettaglio è possibile vedere, sulla destra, l'albero genealogico della famiglia Fosson.
  
Foto 8/11 - Uno scorcio del living-room dell'albergo con l'angolo bar.
  
Foto 9/11 - In questo telaio di finestra, che si trova su una parete del ristorante, sono state inserite delle antiche fotografie che rappresentano vedute del territorio di Ayas.
  
Foto 10/11 - I sorrisi soddisfatti dei commensali testimoniano della buona riuscita della serata e del gradimento riservato alle vivande.
  
Foto 11/11 - Il Menù della serata.


Leggi il testo integrale della poesia "Nemesi" di Guido Gozzano.


Guido Gustavo Gozzano    Guido Gustavo Gozzano

Guido Gustavo Gozzano

Torino, 19 dicembre 1883
Torino, 9 agosto 1916

Wikipedia
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Guido Gozzano / La via del rifugio

Nemesi

Tempo che i sogni umani
volgi sulla tua strada:
la chioma che dirada,
le case dei Titani,

o tu che tutte fai
vane le nostre tempre:
e vano dire sempre
e vano dire mai,

se dunque eternamente
tu fai lo stesso gioco
tu sei una ben poco
persona intelligente!

Cangiare i monti in piani
cangiare i piani in monti,
deviare dalle fonti
antiche i fiumi immani,

cangiar la terra in mare
e il mare in continente:
gran cosa non mi pare
per te, onnipossente!

Giocare con le cellule
al gioco dei cadaveri:
i rospi e le libellule
le rose ed i papaveri

rifare a tuo capriccio:
poi cucinare a strati
i tuoi pasticci andati
e il nuovo tuo pasticcio:

ma, scusa, ci vuol poca
intelligenza! Basta -
di' non ti pare? - basta
il genio d'una cuoca.

Bada che non ti parlo
per acrimonia mia:
da tempo ho ucciso il tarlo
della malinconia.

Inganno la tristezza
con qualche bella favola.
Il saggio ride. Apprezza
le gioie della tavola

e i libri dei poeti.
La favola divina
m'è come ai nervi inqueti
un getto di morfina,

ma il canto più divino
sarebbe un sogno vano
senza un torace sano
e un ottimo intestino.

Amo le donne un poco -
o bei labbri vermigli! -
Tempo, ma so il tuo gioco:
non ti farò dei figli.

Ah! Se noi tutti fossimo
(Tempo, ma c'è chi crede
di darti ancora prede!)
d'intesa, o amato prossimo,

a non far bimbi (i dardi
d'amor... fasciare e i tirsi
di gioia; - premunirsi
coi debiti riguardi),

certo - se un dio ci dòmini -
n'avrebbe un po' dispetto;
gli uomini l'han detto:
ma "chi" sono gli uomini?

Chi sono? È tanto strano
fra tante cose strambe
un coso con due gambe
detto guidogozzano!


Bada che non ti parlo
per acrimonia mia:
da tempo ho ucciso il tarlo
della malinconia.

Socchiudo gli occhi, estranio
ai casi della vita:
sento fra le mie dita
la forma del mio cranio.

Rido nell'abbandono:
o Cielo o Terra o Mare,
comincio a dubitare
se sono o se non sono!

Ma ben verrà la cosa
"vera" chiamata Morte:
che giova ansimar forte
per l'erta faticosa?

Né voglio più, né posso.
Più scaltro degli scaltri
dal margine d'un fosso
guardo passare gli altri.

E mi fan pena tutti,
contenti e non contenti,
tutti pur che viventi,
in carnevali e in lutti.

Tempo, non entusiasma
saper che tutto ha il dopo:
o buffo senza scopo
malnato protoplasma!

E non l'Uomo Sapiente,
solo, ma se parlassero
la pietra, l'erba, il passero,
sarebbero pel Niente.

Tempo, se dalla guerra
restassi e dall'evolvere
in Acqua, Fuoco, Polvere
questa misera Terra?

E invece, o Vecchio pazzo,
dà fine ai giochi strani!
Sul ciel senza domani
farem l'ultimo razzo.

Sprofonderebbe in cenere
il povero glomerulo
dove tronfieggia il querulo
sciame dell'Uman Genere.

Cesserebbe la trista
vicenda della vita e in sogno.
Certo. Ma che bisogno
c'è mai che il mondo esista?


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Foto 1/1 - Cin Cin e arrivederci all'anno venturo!

Cin Cin e arrivederci all'anno venturo!

Anche quest'anno festeggiamo la fine della nostra vacanza con un brindisi a base di prosecco, scambiandoci l'augurio di rivederci ancora l'anno venturo in buona salute.