A Siusi, sotto le maestose vette dello Sciliar.

L' Alpe di Siusi - All'Alpe di Marinzen


Normalmente chi intraprende la gita per l'Alpe di Marinzen vi arriva con la seggiovia da Castelrotto e, successivamente, raggiunge la baita Shaftstall e si dirige o al Compatsch oppure prende la strada per Ortisei, per una gita più impegnativa.

Noi abbiamo fatto esattamente l'opposto; siamo cioè partiti da Siusi, come è logico dato che ci abitiamo, e siamo arrivati a Bullaccia. Da qui abbiamo preso la strada che avevamo già fatto in occasione del tour del Bullaccia ma, ad un cero punto, abbiamo deviato sinistra per arrivare direttamente alla baita Arnika.

Da qui ci siamo diretti alla baita Shaftstall e, proseguendo, alla baita Marinzen dalla quale siamo discesi, con la seggiovia, a Castelrotto.

L'Alpe di Marinzen è una passeggiata, per chi abita a Castelrotto, ideale per famiglie con bambini, dato che sull'alpeggio c'è un laghetto dedicato alla pesca sportiva e tutta una serie di giochi per bambini da tenerli occupati per almeno mezza giornata: un piccolo zoo con tanti animali e un parco giochi.

Foto 1/40 - Come al solito in cabinovia fino a Compatsch.
Foto 2/40 - La stazione a valle della funivia che porta a Bullaccia.
Foto 3/40 - L'arrivo.
Foto 4/40 - Bullaccia. Sul punto panoramico Fausta si impegna in una ripresa video a 360°.
Foto 5/40 - Un particolare della balaustra graduata sulla quale compaiono i nomi delle montagne che sono davanti ai nostri occhi.
Foto 6/40 - La prima tabella segnaletica ci indica la direzione per la baita Arnika.
Foto 7/40 - Uno dei tanti masi di appoggio per il pascolo del bestiame, chiuso in questo periodo.
Foto 8/40 - La bacheca, lungo il percorso, con il manifesto promozionale della baita Arnika.
Foto 9/40 - Le due ragazze che procedono di buon passo verso di noi sono due cameriere della baita Arnika. Quella di sinistra ci ha serviti la prima volta che ci siamo stati.
Foto 10/40 - Siamo arrivati all'Arnika ma ci fermeremo solo per un drink.
Foto 11/40 - Metto il naso in cucina per un saluto al personale.
Foto 12/40 - Questo cane ha l'aria un po' affranta; sembrerebbe cieco (?!?).
Foto 13/40 - Ho scelto di bere un punch al rum, caldo; è una bevanda proprio tonificante!
Foto 14/40 - Il recinto degli animali della baita.
Foto 15/40 - Siamo alla diramazione del sentiero; a sinistra prosegue quello che è il Tour del Bullaccia, cioè quello che abbiamo già percorso; a destra ci dirigiamo verso la baita Schaftstall.
Foto 16/40 - Un'altra bella scala con un grosso mancorrente di legno
Foto 17/40 - Fausta osserva con curiosità questa ''opera d'arte''; è decisamente fuori del comune!
Foto 18/40 - Una lunga passerella ci aiuta a superare la pietraia.
Foto 19/40 - Ho trovato qualcosa da fotografare.
Foto 20/40 - Penso che anche questo rapace sia opera dello stesso artista che ha scolpito la faccia nell'albero.
Foto 21/40 - Lungo il sentiero ci capita di vedere questo vecchio indicatore di direzione. Chissà a quando risale; anzichè Bullaccia c'è scritto «Bulacia» come, evidentemenete, si diceva anticamente.
Foto 22/40 - Dietro all'indicatore c'è questa cascina che si chiama ''Tschonadui Hütte'' e che risale al 1771. Penso che la presenza nello stesso luogo di questi due «elementi non recenti» sia puramente casuale!
Foto 23/40 - Dopo quello che abbiamo visto Fausta si assicura che il numero del sentiero che stiamo percorrendo sia quello giusto. E così è.
Foto 24/40 - Anche questo fontanile dimostra di essere piuttosto antico.
Foto 25/40 - Questo cane deve aver fiutato qualche animale perchè sta facendo la posta davanti a questa tana.
Foto 26/40 - Che strano! Anche questo indicatore, che dimostra di essere recente, riporta il nome «Bulacia». Chissà qual'è il motivo.
Foto 27/40 - Ecco, laggiù, la baita Schafstall.
Foto 28/40 - Siamo a quota 1500 metri.
Foto 29/40 - Tutti i tavoli all'aperto sono occupati. Staremo dentro.
Foto 30/40 - Carino, dentro. Molto più genuino di tanti altri.
Foto 31/40 - Fausta insieme ad una simpatica famiglia toscana: Claudio, Cecilia e Giada. Con loro abbiamo passato un'ora davvero molto simpatica.
Foto 32/40 - Questa è una bella fetta di «Torta di Mele con Mandorle» che ho assaggiato io.
Foto 33/40 - Questa, invece, è una fetta di «Torta di Grano Saraceno» che ha preso Fausta.
Foto 34/40 - Abbiamo già lasciato Schafstall e siamo già in vista della baita Marinzen, cioè la "Marinzen-Hütte".
Foto 35/40 - La baita Marinzen, che si trova a 1500 metri di quota, è, come la Spitzbül, posizionata accanto ad un impianto di risalita; in questo caso la seggiovia che viene da Castelrotto.
Foto 36/40 - Una capretta, bianca e nera, si lascia accarezzare senza alcun timore. Abbiamo letto che qui ci sono alcuni animali in libertà che si lasciano tranquillamente avvicinare, soprattutto dai bambini, con loro sommo divertimento.
Foto 37/40 - Ecco la seggiovia di Marinzen che sul dépliant del centro informazioni viene descritta come «Seggiovia biposto ad ammorsamento fisso».
Foto 38/40 - E' iniziata la discesa verso Castelrotto che vediamo laggiù.
Foto 39/40 - Siamo praticamente arrivati.
Foto 40/40 - E questa è la ''torre di manovra'' della stazione a valle della seggiovia di Marinzen.