Ray Brown nasce a Pittsburg nel 1926. A
otto anni prende lezioni di pianoforte. Quando entra nella
High-School è un buon pianista, che però odia esercitarsi. Si
interessa al contrabbasso soltanto quando viene a sapere che
nell’ orchestra della High-School ci sono tre contrabbassi ma
che solo due di questi vengono suonati. Così prende il posto del
terzo contrabbasso, convinto che questo fosse uno strumento più
facile da suonare del pianoforte. Ed è il suo primo grande
errore….
Il secondo errore del giovane Brown è
quello di far stampare sul giornale locale un annuncio di un suo
concerto con tanto di foto; il maestro di musica di Ray scopre così
che il suo protetto non solo non era molto diligente, ma che
addirittura si guadagnava da vivere con uno strumento della
scuola! Per rimediare all’accaduto il giovane Brown è costretto
a farsi comprare un nuovo contrabbasso dal padre.
Ray Brown impara a suonare grazie
soprattutto al suo talento e alla sua innata musicalità ed inizia
a sperimentare le proprie capacità insieme ad alcuni altri
musicisti di Pittsburgh. Gli piace così tanto il suo nuovo
strumento che se lo porta addirittura a casa dopo la scuola e qui
continua ad esercitarsi. Con il suo contrabbasso e il suo diploma
di musica Brown esce dalla High-School; entra a far parte del
sestetto di Jimmy Hinsley e con questi compie una tournée di sei
mesi. Dopo quella di Jimmy è la volta della band di Snookum
Russel con la quale Ray suonerà nei piú importanti locali degli
Stati Uniti.
Grazie al suo talento di contrabbassista
Ray guadagna ben presto l’attenzione di critici e musicisti
jazz. A vent’anni lascia la band di Russel per trovare la sua
strada di solista sul palco del “Big Time” di New York.
Il viaggio in autobus da Miami a New York
dura 24 ore; Ray alloggia da una zia presso la quale lascia
velocemente il suo piccolo bagaglio e esce subito in direzione
della 52nd Street e di Times Square.
Tutti i più grandi talenti musicali
dell’epoca si incontrano negli innumerevoli locali di 52nd
Streeet: Art Tatum, Billie Holiday, Billy Daniels, Dizzy Gillespie,
Charlie Parker. Dopo appena 4 ore che si trova a New York gli
viene presentato Dizzy Gillespie. La
sua fama di musicista lo aveva seguito fino alla grande città e
Dizzy invita il giovane contrabbassista per un breve preludio al
suo concerto del giorno seguente. E Ray suona fino a ferirsi le
dita per Dizzy. Viene ingaggiato. I
successivi due anni suona il contrabbasso nella band di Gillespie,
con Dizzy alla tromba, Charlie Parker al sassofono, Bud Powell al
pianoforte, Max Roach alla batteria. Questa band di eccezionali ed
innovativi musicisti creerà un nuovo genere musicale: il Be-bop.
In questi anni Ray viaggia in tutto
il mondo ed inizia a scrivere la sua propria musica. Tra gli
eccezionali talenti che Ray ha occasione di conoscere c’è anche
Ella Fitzgerald, che più tardi diventerà sua moglie. Nel 1948
lascia la band per fondarne con Hank Jones e Charlie Smith una
propria.
In questo stesso periodo Ray scopre la
“Jazz At The Philharmonic” e viene a sua volta scoperto da
Norman Granz: una sera Brown va ad ascoltare nella Carnegie Hall
la “Jazz At the Philharmonic”. Se ne sta sulla scala di
accesso alla scena a godersi lo spettacolo. Il contrabbassista
della band non era arrivato in tempo per il primo pezzo. Alcuni
amici musicisti, che avevano visto Ray vicino alla scena, lo
dicono a Norman Granz che lo costringe a prendere il posto vacante
sul palco. Questo è il casuale inizio della collaborazione con
Granz e la “Jazz At The Philharmonic”, una collaborazione
lunga più di 18 anni. Durante questo periodo Ray si trova in
tutte le più importanti sale da jazz d’Europa e degli Stati
Uniti. Tra i molti musicisti che conosce ce ne sarà uno di
particolare rilievo per la sua carriera: il virtuoso di pianoforte
Oscar Peterson. I due lavorano insieme per ben 15 anni fino a che
il öoro trio non si scioglie.
Ray descrive così la sua esperienza di
tournée con la “Jazz At The Philharmonic” e quella con il
trio di Oscar Peterson: “Gli europei prendono il jazz più sul
serio di noi. Vedono nella nostra musica un contributo culturale
molto importante per la società e la trattano con rispetto e
dignità. Essere in tournèe con la “Jazz At The Philharmonic”
e Oscar Peterson, è stata una delle esperienze più importanti
della mia carriera. È qui che ho avuto la possibilità di suonare
insieme ad alcuni tra più significativi musicisti e ho visitato
le più grandi capitali del mondo e questo in soli 20 anni”.
Negli anni Cinquanta, nel 1952 per
l’esattezza, Ray incontra un giovane e ambizioso trombettista di
nome Quincy “Delight” Jones che suona nella "Lionel
Hampton band". Anche se non suoneranno insieme per i
successivi 10 anni, Ray appartiene difatti già ai grandi, quando
Quincy aveva appena iniziato la sua carriera, i due diventano
subito buoni amici e iniziano una fruttuosa collaborazione lunga
più di vent’anni. In seguito Brown diventerà manager di Quincy
Jones. Negli anni Sessanta, dopo aver lasciato Oscar Peterson, Ray
Brown si trasferisce a Los Angeles:”C’erano solo due
possibilità se volevi comporre musica per il cinema o la
televisione, Los Angeles o New York. E allora perché non Los
Angeles? Dove altrimenti si potrebbe al tempo stesso giocare per
tutto l’anno a golf e mantenersi facendo della musica?”.
All’inizio della sua carriera di solista
Ray compone la sua famosa “Gravy Waltz”. Quando Herb Ellis, un
tempo componente della "Steve Allen Show band", ascolta
la melodia, la suona a Steve Allen. Questi chiama Ray e gli chiede
se può scrivere un testo per la sua melodia. Questa diventerà il
pezzo più famoso di Steve Allen e farà guadagnare a Brown un
Grammy, il primo di una lunga serie di riconoscimenti.
Molti famosi programmi televisivi
confidarono nella musica di Ray Brown: The Joey Bishop Show, Red
Skelton Show, Smothers Brother o il Melvin Griffin Show.
Quando si chiede a Brown di parlare del suo
grande amore per il contrabbasso non fa segreto della sua
adorazione per Jimmy Blanton e i suoi lavori con Duke Ellington.
Nel 1973 ha la possibilità di coronare un suo grande sogno,
quello di realizzare un album insieme a Duke per l'etichetta Pablo.
Un altro suo grande sogno si realizza
quando insieme a Quincy Jones produce un contributo a Duke
Ellington per la stazione televisiva CBS dal titolo “Duke
Ellington, We Love You Madly!”. “Volevamo che Duke sapesse
quanto no lo stimavamo e amavamo e che lui era il più grande
musicista tra quelli che avessero mai preso in mano uno strumento.
Sono orgoglioso di avergli mostrato la mia riconoscenza quando
ancora era tra noi e poteva godere di questo tributo…..”.
A Los Angeles, ormai divenuta sua abituale
dimora, Ray Brown, quando non è in giro per il mondo per una
tournée, o non scrive per il cinema o la televisione, si rilassa
con una partitella a golf e gode della compagnia della sua
seconda moglie Cecelia.
La sua sfera d’azione è però
naturalmente molto più ampia: Ray Brown è contrabbassista di
Frank Sinatra, responsabile dei concerti jazz per la Bowl
Association di Hollywood, direttore del Monterey Jazz Festival,
etc.. Durante la sua lunga carriera Brown viene premiato con i
riconoscimenti più prestigiosi, tra questi lo All-Star Poll di
Playboy, che vince regolarmente a partire dalla sua prima edizione
del 1958, il Grammy, il premio Downbeat Reader’s Poll, il Jazz
Critic’s Poll e così via.
A tutt’oggi le più grandi star della
musica vorrebbero avere Brown al proprio fianco nelle grandi
occasioni e in concerti particolari. Tra i grandi nomi che hanno
suonato negli ultimi tempi con lui abbiamo: Natalie Cole (“Unforgettable”),
Andre Previn, Itzhak Perlman, Lalo Schifrin (“Jazz Meets the
Symphony”), Dee Dee Bridgewater (“Dear Ella”), Diana Krall e
molti altri.
La
sua fama non si estende soltanto al campo della musica jazz, lo
dimostra il fatto che lo stesso Sting ha imparato a suonare il
contrabbasso nella scuola di musica fondata negli anni Sessanta
dallo stesso Brown. Nonostante le molte offerte e le molte
richieste la priorità di Ray rimane comunque il Ray Brown Trio,
che a detta di molti è il legittimo successore del leggendario
trio di Oscar Peterson.
Una lunga e avvincente carriera quella di
Ray Brown, dalla sua prima apparizione di Pittsburgh, con quel
contrabbasso imprestato, ad oggi.
E oggi egli è una leggenda vivente del
jazz; Brown continua a suonare e a far parlare di sè. (jazzitalia.net)
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