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Lionel Hampton (Louisville, Kentucky, 20 aprile 1908) morto il 31 agosto al Mount Sinai Medical Center di New York.
La sua lunghissima carriera, iniziata come batterista con Les Hite a metà
degli anni Venti, aveva subito
un rallentamento negli ultimi mesi a causa
dell'età e di una serie di incidenti.
Hampton si fece le ossa con Hite nell'area di Los Angeles, quando nel 1930 fu scoperto da Louis Armstrong, che lo
incoraggiò a passare al vibrafono. Pochi anni dopo divenne una delle stelle del quartetto di Benny Goodman, con cui si
guadagnò la fama mondiale.
Nel 1937 cominciò ad incidere a proprio nome e nel 1940 ha formato una big band con cui ha girato il mondo fino agli ultimi giorni. |
Hampton è stato uno dei massimi maestri del vibrafono: non fu il primo ad adottare lo strumento
(Red Norvo lo aveva fatto alla fine degli anni Venti) ma fui quello che lo fece definitvamente uscire dal ghetto degli strumenti
novelty. Prima di Hampton, il vibrafono era una specie di giocattolo utilizzato per effetti bizzarri, per giochi di colore, per episodi eccentrici o per dare un tocco di morbidezza ad un accordo finale. Grazie alla sua straordinaria carica comunicativa, con Hampton il vibrafono divenne uno strumento adulto e espressivamente completo. Il suono di Hampton era molto africano: percussivo, di breve durata, rilucente; pedale era usato non tanto per prolungare le note, come avrebbe poi fatto Milton
Jackson, quanto per legare le frasi o per creare effetti di alone.
Quel suono si integrava meravigliosamente con il clarinetto di
Goodman, elegante sì ma altrettanto invasato. Infatti il fraseggio era spinto essenzialmente dal pensiero ritmico, dalla ripetizione percussiva che poi, come una molla, lancia frasi che attraversano tutta l'estensione dello strumento. Il suo tocco era swing puro, carico di energia, una qualitࠣontagiosa che sapeva trasmettere a tutto il gruppo. Hampton in particolare amava il registro basso, di cui faceva risaltare la qualit࠳campanante, e in cui veniva fuori la sua formazione da batterista.
Solista antiretorico e asciutto, dava il meglio di sè egli nelle improvvisazioni collettive, in cui aveva
l'abilità perduta con la fine dello stile New Orleans, di intrecciare le sue linee con quelle degli altri solisti senza mai collidere, anzi esaltando il movimento continuo di ritmo e melodia.
I suoi dischi con i piccoli gruppi dal 1937 in poi sono tra i massimi capolavori del jazz: i semplici arrangiamenti esaltano la varietࠤei solisti, tutti grandissimi, che partecipavano alle sedute. Con l'orchestra
divulgò negli anni Quaranta una versione robusta e spettacolare del
rhythm'n'blues, che lasciò un segno indelebile sul jazz e sulla musica leggera americana.
Hampton non fu solo un grande solista e, con la moglie Gladys, un notevole imprenditore: fu anche uno straordinario talent scout. Nelle sue orchestre si sono formati Clifford Brown e Quincy
Jones, Charles Mingus vi ebbe la vetrina delle sue prime prove a livello nazionale, Dexter
Gordon, Milt Buckner, Johnny Griffin, Illinois Jacquet, Art Farmer, tutti vi hanno
maturato il proprio stile. (italia.allaboutjazz.com) |