Mariarita Brunazzi
Originaria di Cremona, Mariarita dal 1989 vive e lavora nella splendida
città di Mantova, e fin da piccola mostra una forte creatività
ed una predisposizione spiccata per il disegno ed i colori.
La sua natura sensibile la conduce a sviluppare questa creatività,
iniziando un percorso artistico che le permette di affermarsi, come
professionista, in un tipo d'arte molto particolare, distinguendosi da
ogni altro tipo di pittore, che come lei realizza la pittura naif.
Le sue opere sono uniche, originali, esteticamente piacevoli e non hanno
nulla da invidiare ad artisti di fama mondiale.La figura femminile è
quasi un life motive per Mariarita, che rivisita quadri famosi e li
individualizza, rendendoli piacevoli e allegri.
Ma non sono questi gli unici soggetti su cui accentra il suo interesse,
lei esplora un mondo lontano nel tempo, ma nascosto dentro coloro che
forse hanno perso la capacità di mettersi in contatto con il
bimbo che alberga nella memoria di ognuno. Mariarita ci riesce e lo
rappresenta soprattutto attraverso le sue donne, che sono civettuole,
ma non sfacciate, cariche di promesse aggraziate, solari e aperte agli
sguardi degli osservatori che possono trarne giusto godimento, senza
i veli del falso pudore.
Ogni più piccola parte delle sue opere è curata nei minimi
particolari. "Concertino per arpa e canarino" ne è una
dimostrazione felice, tutto è accuratamente realizzato: dalla
tappezzeria alle spalle della fanciulla, al canarino posato sul rametto,
al ciuffo ribelle sul volto ieratico della giovane, quasi fosse immersa
nella melodia dell'arpa.
È un'immagine serafica, ricca di simbolismo onirico ed ideale,
è un autoritratto sognante e trasfigurato da un desiderio, che
soltanto lei conosce.
© Adriana Bolchini
Il mondo fantastico creato dal pennello dell'artista mantovana annienta
la convenzionalità di certe opere del passato, trasfigurandole
in una visione ed estetica del tutto nuove. Sia che si tratti della
"Gioconda" del Louvre o della "Dama dell'ermellino"
di Cracovia o di altri soggetti, Mariarita compie un'azione nuova;
deformandone le forme, alterandone i colori, rielaborando il soggetto
del quadro gli conferisce l'aspetto favolistico e fumettistico.
I suoi personaggi possono tranquillamente illustrare libri per bambini,
ma fanno sognare anche gli adulti. È un mondo fatato, surreale,
forme attinte all'inconscio dell'artista che attraverso la manipolazione
ottiene un senso di spaesamento nel fruitore.
L'arte della Brunazzi suscita meraviglia in chi guarda, le sue donne
commuovono, l'opulenza delle forme contrasta con l'innocenza dello
sguardo, una giocosità emerge dalla carnalità riposta.
Le protagoniste di Mariarita sono disegnate nel cerchio e la linea
melodica emerge da un fondo di colori vivi stemperati nella massa
del corpo, vivo e palpitante. Queste donne vivono in un teatrino il
cui costante riferimento alla memoria, alla classicità, viene
sconvolto dalla trasformazione in icone del moderno, in suggestioni
naif, fino a sconfinare nel mondo dell'infanzia e nascono così
le bambine dell'arte della Brunazzi.
È sempre l'universo bambino dell'artista a creare l'opera d'arte,
ed in ciò risiede la magia.
© Rosa Spinillo
Divertenti e giocose, maliziose e sacrali, ammiccanti e irriverenti,
così ci appaiono le paffute figure femminili della Brunazzi,
donne - bambine che hanno tutte qualcosa in comune nei lineamenti,
pur essendo tutte diverse nel significato, che giocano con il loro
ruolo e che sdrammatizzano l'importante evento in cui si vengono a
trovare, non per loro ma per altrui volontà.
La Brunazzi, nei suoi lavori, gioca con l'arte e con gli artisti,
rivisitando le icone della pittura mondiale, dalle Madonne del duecento
alle raffigurazioni sacre di Tiziano, dalle immagini devozionali
fiamminghe alla Monna Lisa di Leonardo, fino ai Bacchi del primo
Caravaggio, dimostrando sempre una grandissima capacità tecnica
e un'inesauribile creatività.
Le figure paffute e dai colori vivaci, sono un evidente e continuo
richiamo al gioco e all'infanzia, bambole immaginarie calate in un
contesto non loro e inusuale, in cui però non stonano, dando
un tocco originale e irriverente alla rielaborazione di opere famose.
Vedendo la "Sorella di Bacco", ci si immagina la faccia
che potrebbe fare Caravaggio se potesse vederla e credo che sicuramente
la amerebbe, osservando invece "La Gioconda", si notano la
tecnica precisa con cui l'artista riproduce il paesaggio, la Brunazzi
non altera il contesto storico dell'opera, modifica solo la figura e
la simpatica bambinetta sostituisce degnamente la misteriosa Monna Lisa.
L'artista raggiunge l'apice della sua colta inventiva, in
"Donne alla fontana", un continuo richiamo di sommi capolavori,
le figure provengono nella loro composizione dall'opera "Amor Sacro
e Amor Profano" di Tiziano, mentre la casa con il lampione nello
sfondo è estrapolata "Dall'impero della luce" di
René Magritte.
Nonostante possano solo sembrare giocose e irriverenti pseudo - imitazioni,
ci troviamo di fronte a lavori di grande originalità, che ammettono
l'importanza dell'arte del passato ma ne rielaborano e ne sdrammatizzano
i significati, poiché se l'arte è un gioco effimero, tanto
vale giocare fino in fondo.
© Danilo Sensi