Benito Jacovitti
Occorre confessarlo apertamente: tutti noi abbiamo un debito con
Jacovitti. Un debito di buon umore, di fantasia, di creatività
capace di donare ore di sano divertimento senza mai nulla concedere a
quell'estetica volgare e un po' corriva sempre in agguato quando
si parla di fumetto.
Non che Benito Jacovitti, nato il 19 marzo 1923 a Termoli, in provincia
di Campobasso, non abbia saputo travalicare i generi e i confini concedendosi
le sue brave trasgressioni artistiche, come quando decise di illustrare lo
"scandaloso" Kamasutra. Seppe farlo sempre all'insegna di
quell'umorismo surreale e totalmente sganciato dalla realtà
che sigla la sua personalissima cifra stilistica. Oppure come quando
osò confrontarsi con quel monumento della letteratura fantastica
che è "Pinocchio", riuscendo a rinnovare la tradizione
iconografica legata al personaggio di Carlo Collodi e donando all'editoria
un vero capolavoro di illustrazione. Jacovitti non può che meritarsi
l'appellativo di genio, quale indubbiamente egli era. Genio pazzo e folle,
capace di definire in modo autonomo stile e parametri, regole e rispettive
deviazioni. Chi lo conobbe negli anni della prima adolescenza non può
che avvalorare questa definizione.
Già poco più che adolescente collaborava al settimanale
"Il Brivido" con vignette umoristiche mentre, nell'ottobre del
1940 (a diciassette anni) approda al "Vittorioso" creando il
personaggio di Pippo, ben presto affiancato da altri due ragazzini, Pertica
e Palla, coi quali formerà il famoso terzetto dei "3 P".
Grazie alla sua fluviale capacità inventiva davvero inarrestabile
(e le prove tangibili si avranno solamente alla fine della sua vita, di
fronte alla massa sterminata dei suoi lavori), diventa ben presto una
delle colonne del popolare settimanale cattolico. Con gli anni Jacovitti
dà vita a decine di personaggi, nati tanto sulle pagine del
"Vittorioso" (come i già ricordati 3 P, oppure
l'arcipoliziotto Cip e il suo stolido assistente Gallina, Mandrago
il Mago e l'Onorevole Tarzan), quanto su quelle del "Giorno dei
Ragazzi" (dal popolarissimo Cocco Bill, al fantascientifico Gionni
Galassia al giornalista Tom Ficcanaso) e del "Corriere dei Piccoli"
(Zorry Kid, parodia del celebre Zorro, e Jack Mandolino, un malvivente
sfortunato quanto incapace).
Successivamente la sua produzione si è articolata in un ventaglio
di collaborazioni a tutto campo. Nel 1967 offre il suo talento al mensile
dell'ACI "L'automobile" dove pubblica le avventure di Agatone;
poi a partire dagli anni '70 viene "glorificato" con numerose
collaborazioni all'interno del mensile "Linus", diretto da Oreste
Del Buono e rivolto ad un pubblico decisamente maturo (a tal proposito
occorre menzionare alcune sue collaborazioni anche a "Playmen").
Lavora molto anche per la pubblicità e per la cartellonistica politica.
Sempre in quegli anni d'oro Jacovitti crea i mitici "Diariovitt",
i diari scolastici sui quali hanno studiato (si fa per dire), intere
generazioni di italiani.
Fumettista del paradosso, dell'assurdo, dei nasi rotondi gonfi come
palloncini, dei salami e delle lische di pesce che sbucano dal terreno,
Benito Jacovitti, scomparso il 3 dicembre 1997, è stato il creatore
di un universo originale e irripetibile, una sorta di paese delle meraviglie
in cui tutto è possibile. Purché sia fuori del mondo.