Rimini: una gita fuori dagli schemi

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A Rimini

Rimini è il principale, nonché più popoloso, centro della Riviera romagnola e la seconda città per numero di abitanti (dopo Ravenna) di tutta la Romagna. Località di soggiorno estivo di fama internazionale, si estende per 15 km lungo la costa del mare Adriatico con hotel, locali notturni, attrezzature balneari e impianti sportivi. Lo sviluppo del turismo, avviato nel 1843 con la fondazione del primo Stabilimento balneare, si affermò definitivamente nel secolo successivo, perdendo l'originaria connotazione aristocratica e mondana e trasformandosi in fenomeno di massa.

Rimini non è però solo un luogo di villeggiatura della Riviera romagnola, ma anche una città di livello storico-culturale non indifferente (anche se quest'aspetto viene solitamente posto in secondo piano rispetto a quello più famoso di capitale della vita notturna e mondana). Colonia fondata infatti dai Romani nel 268 a.C., per tutto il periodo della loro dominazione è stata un fondamentale nodo di comunicazione fra il nord e il sud della penisola, e sul suo suolo gli imperatori romani eressero monumenti quali l'Arco d'Augusto, il Ponte di Tiberio e l'Anfiteatro; mentre durante il primo Rinascimento, sotto i Malatesta, la sua corte è stata una delle più vivaci dell'epoca, ospitando artisti del calibro di Leon Battista Alberti, Piero della Francesca, Roberto Valturio, Matteo de' Pasti e producendo opere quali il Tempio Malatestiano.

Nell'Ottocento è stata poi una delle città più attive sul fronte rivoluzionario, ospitando molti dei moti volti all'unificazione, mentre durante la seconda guerra mondiale la città fu teatro di duri scontri e aspri bombardamenti, ma anche di una fiera resistenza partigiana, che le valse l'onore di una medaglia d'oro al valore civile.(©wikipedia.org)

Mappa della Rimini romana. Legenda: I Arco di Augusto; II Porta Montanara; III Foro; IV Ponte di Tiberio; V Anfiteatro Romano; VI Domus del Chirurgo; VII Museo della Città.


Foto 1/60 - L'insegna del Diplomat Palace Hotel, situato in Viale Regina Elena nella zona di Marina Centro, di fronte al mare ma a pochi chilometri dal centro di Rimini.
Foto 2/60 - Diplomat Palace Hotel. L'ingresso.
Foto 3/60 - Diplomat Palace Hotel. La hall.
Foto 4/60 - Diplomat Palace Hotel. La nostra camera.
Foto 5/60 - Diplomat Palace Hotel. Il panorama che si gode dalla nostra camera
Foto 6/60 - Diplomat Palace Hotel. La piscina dell'albergo. Dietro ce n'è una più piccola per i bambini.
Foto 7/60 - Diplomat Palace Hotel. Ci si prepara alla prima colazione.
Foto 8/60 - Diplomat Palace Hotel. Ce n'è per tutti i gusti.
Foto 9/60 - Diplomat Palace Hotel. Colazione invero molto frugale! ;-))
Foto 10/60 - Su Viale regina Elena l'autobus che ci porterà in centro.
Foto 11/60 - Prima di arrivare al centro della città ci fermiamo per visitare questa bella chiesa.
Foto 12/60 - E' la chiesa di San Nicolò (o Nicolaus) il santo protettore della Grande Russia; in effetti in questa città c'è una comunità russa piuttosto notevole. Non a caso in tutta la zona di Rimini ci sono molte scritte, oltre che in inglese, anche in cirillico.
Foto 13/60 - S. Nicolò. L'altare maggiore.
Foto 14/60 - S. Nicolò. Uno degli altari laterali.
Foto 15/60 - S. Nicolò. Un altro altare laterale con due quadri d'arte sacra.
Foto 16/60 - Nella zona dell'antico Foro della città le tracce della pavimentazione di quella che fu la Chiesa di Sant'Innocenza, edificata nel X secolo e dedicata alla memoria della Santa martirizzata nei primi anni del 300 d.C. della
Foto 17/60 - Foro - Piazza Tre Martiri. Un cippo cinquecentesco ricorda il discorso che Giulio Cesare avrebbe rivolto alle legioni dopo il passaggio del Rubicone: in sua memoria la piazza, che già ne portò il nome, ospita una statua bronzea, copia di un originale romano.
Foto 18/60 - Uno scorcio della Piazza Tre Martiri. La storia più recente lega la piazza ai tragici eventi bellici: ne consegna il ricordo il Monumento ai Caduti e il nome stesso della piazza, intitolata ai tre martiri partigiani impiccati il 16 agosto 1944 nel punto ora contrassegnato da un inserto di marmo.
Foto 19/60 - Piazza Tre Martiri. La statua in bronzo di Giulio Cesare.
Foto 20/60 - Piazza Tre Martiri. La Torre dell'Orologio che risale al 1547. Dal 1750, oltre all'orologio, reca un quadrante con calendario, movimenti zodiacali e fasi lunari.
Foto 21/60 - Piazza Tre Martiri. La chiesa di Sant'Antonio da Padova.
Foto 22/60 - Sant'Antonio da Padova. Interno della chiesa; sullo sfondo l'altare maggiore.
Foto 23/60 - Sant'Antonio da Padova. Interno della chiesa; particolare dell'altare maggiore.
Foto 24/60 - Piazza Tre Martiri. Il Tempietto di Sant’Antonio (1675-78) ha forma ottagonale; è contornato da colonne e rivestito di marmo; di notevole pregio, la cupola decorata da figure di grandi angeli e da un imponente affresco di Achille Funi.
Foto 25/60 - Piazza Tre Martiri. Il Tempietto di Sant'Antonio venne eretto a memoria del miracolo operato dal Santo con la mula di "Bonvillo", esponente degli eretici "Patarini", la quale pur affamata da alcuni giorni, rifiutò l’orzo e si inginocchiò davanti all’ostia consacrata.
Foto 26/60 - Piazza Cavour. Il Teatro "Amintore Galli".
Foto 27/60 - Piazza Cavour. Il Palazzo del Podestà è un monumento medioevale di Rimini e fu eretto nel 1334. Al piano terreno ha un prospetto con tre archi gotici frontali; da quello centrale pendeva la corda destinata all'impiccagione dei rei. Nel piano superiore merlato si aprono altre finestre minori.
Foto 28/60 - Piazza Cavour. Palazzo dell'Arengo. Sotto l’ampio portico si amministrava la giustizia, nell'immensa sala al primo piano, con finestre a polifora, si riuniva l’Assemblea del Comune.
Foto 29/60 - Piazza Cavour. Il Palazzo Garampi, oggi sede del Comune, fu costruito dall'architetto Carducci nel 1562.
Foto 30/60 - Piazza Cavour. Il Palazzo del Comune. Particolare.
Foto 31/60 - Piazza Cavour. Al centro della piazza si erge la Statua del Papa Paolo V, eretta nel 1613 dallo scultore Sebastiano Sebastiani.
Foto 32/60 - Piazza Cavour. Fontana della Pigna. Fu costruita nel 1543 da Giovanni da Carrara sfruttando la provenienza dell’acqua da un pozzo distante circa 900 m.
La fontana, in marmo bianco è un notevole esempio di architettura rinascimentale; ha una forma poligonale a tre tamburi; si articola in due vasche poligonali concentriche e in un tamburo centrale, ornato di bassorilievi di epoca romana, che sostiene la scultura della pigna. Sulle pareti della seconda vasca sono poste in circolo quindici cannelle. Le vasche sono costituite da pannelli inquadrati da pilastrini e colonnine.
Foto 33/60 - La Pescheria Vecchia. A fianco diPiazza Cavour c'è questa costruzione che, come dice il nome, ospitava, dal 1747 per opera dell'architetto Buonamici, il mercato del pesce, attività molto importante per Rimini. Oggi la funzione che svolge è cambiata: prima era adibita a pescheria (il nome lo garantisce), mentre ora è destinata ad accogliere esposizioni di artisti con le loro opere o i venditori dei mercatini: la sua funzione, ormai, è diventata essenzialmente espositiva.
Foto 34/60 - La Pescheria Vecchia. Sulle grandi lastre di marmo venivano depositate, per la vendita, le cassette con il pesce.
Foto 35/60 - La Pescheria Vecchia. Una delle due fontane ai lati dell'ingresso da Piazza Cavour. Un cagnolino dimostra di gradire l'acqua che sgorga dalla fontana, data la calura della giornata.
Foto 36/60 - Piazza Cavour. Anche a Rimini c'è un trenino adibito a visita turistica.
Foto 37/60 - Piazza Cavour. Sotto i portici del Palazzo dell'Arengo.
Foto 38/60 - Piazza Cavour. La scala esterna del palazzo dell'Arengo che porta ai piani superiori.
Foto 39/60 - Palazzo del Comune. Sotto gli archi trovano poosto svariate lapidi, una delle quali dedicata a Giuseppe Garibaldi e una ai riminesi caduti in guerra.
Foto 40/60 - Ancora sotto i portici del Palazzo del Comune.
Foto 41/60 - L'ingresso alla Casa delle Donne presso il Palazzo del Comune.
Foto 42/60 - Sul muro del Palazzo del Comune, nel corridoio sotto gli archi, c'è questa lapide che richiama l'elenco dei lavori che andavano fatti e con quali materiali. Era, evidentemente, un "documento" obbligatorio, antesignano della odierna "Direzione dei lavori".
Foto 43/60 - Palazzo del Comune. Attraverso le due arcate si intravede Piazza Cavour.
Foto 44/60 - Palazzo del Comune. La parte posteriore.
Foto 45/60 - Palazzo dell'Arengo. La parte posteriore.
Foto 46/60 - Arco di Augusto. Vista laterale
Foto 47/60 - Arco di Augusto. Vista frontale.
L’ Arco, il più antico conservato nell'Italia settentrionale. segna l'ingresso alla Città, per chi proviene dalla Flaminia, la via tracciata dal console Flaminio nel 220 a.C. per collegare Roma a Rimini.
Eretto nel 27 a.C. come porta onoraria, esprime la volontà del Senato di celebrare la figura di Ottaviano Augusto, così come manifestato dall'iscrizione posta sopra l'arcata. Il monumento si inseriva nella cinta muraria più antica, della quale, ai suoi lati, sono visibili i resti, in blocchi di pietra locale. Oggi si presenta isolato, in seguito all'intervento di demolizione dei corpi adiacenti eseguito negli anni '30.
Foto 48/60 - Lungo i bastioni meridionali. Rimini ebbe una cinta muraria fin dalla sua fondazione (268 a.C.); nel III secolo d.C fu costruito un nuovo sistema fortificato che rimase operativo per molto tempo, fino al Medioevo, quando nuove esigenze militari richiesero l’edificazione di una nuova cerchia fortificata.
Foto 49/60 - La Via Bastioni meridionali va dall'Arco di Augusto fino al Castel Sismondo.
Foto 50/60 - Un sistema di scalette e passaggi su passerelle in legno mette in comunicazione le vie lungo i bastioni con le zone poste al di là di essi.
Foto 51/60 - Porta Montanara. L’arco a tutto sesto, in blocchi di arenaria, costituiva una delle due aperture della porta che consentiva l’accesso alla città per chi proveniva dai colli lungo la via aretina, percorrendo la valle del Marecchia. Il doppio fornice agevolava la viabilità, incanalando in passaggi paralleli, il percorso in uscita da Ariminum, attraverso il cardo massimo, e quello in entrata. (©comune.rimini.it)
Foto 52/60 - L'arrivo al Castel Sismondo. Il Castel Sismondo di Rimini prende il proprio nome dal suo ideatore e costruttore, Sigismondo Pandolfo Malatesta, a quell'epoca signore di Rimini e Fano.
L'odierna struttura rimasta non rappresenta altro che il nucleo centrale del castello, che era originariamente difeso da un ulteriore giro di mura e da un fossato.
Foto 53/60 - Castel Sismondo. L'ingresso principale del castello.
Foto 54/60 - Castel Sismondo. Una targa allusiva al principe Sigismondo Pandolfo Malatesta del 1446 a.d.
Foto 55/60 - Castel Sismondo. Il bastione meridionale del castello.
Foto 56/60 - Castel Sismondo. Il torrione appartenente alla costruzione denominata "Palazzo di Isotta".
Foto 57/60 - Castel Sismondo. L'ingresso posteriore del castello che dava su quella che era denominata "Corte del Soccorso". La corte del soccorso, più antica e tuttora esistente, è una vasta spianata erbosa di forma trapezoidale irregolare, e costituiva, originariamente, una vera e propria piazza d’armi.
Foto 58/60 - Ponte di Tiberio. Il ponte di Augusto e Tiberio, comunemente noto come ponte di Tiberio, è stato edificato nel periodo della dominazione romana. La sua costruzione iniziò nel 14 d.C. sotto il governo di Augusto mentre il termine dei lavori si ebbe nel 21 d.C., sotto il governo di Tiberio. E' presente nello stemma della città.
Foto 59/60 - Ponte di Tiberio. Il ponte visto dalla zona di San Giuliano. Il ponte, che unisce le due rive del fiume Marecchia, è composto di 5 arcate a tutto sesto con delle edicole cieche tra le imposte degli archi. La grandezza di questi archi varia in modo crescente man mano che ci si sposta verso il centro, dove è collocato l'arco più grande.
Foto 60/60 - Chiesa di San Giuliano. La chiesa, collocata nell'omonimo Borgo, tra le più importanti della città, è frutto di un restauro operato alla metà del Cinquecento sull'antica struttura dell'XI secolo ed è pertanto caratterizzato da una sobria e regolare architettura rinascimentale. Contiene importanti opere fra le quali spiccano un polittico di Bittino da Faenza ed una tela di Paolo Veronese. (©wikipedia.org)
La chiesa era chiusa e, per questo motivo, non abbiamo potuto visitarla.
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