CARO DIARIO


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Dalla mia pagina Facebook del 8 Marzo 2021:

Caro diario...

... tu lo sai che il mio rapporto con la politica è molto marginale nel senso che non sono un attivista o uno sfegatato ma piuttosto un cittadino ligio che, al momento del voto, cerca di ottenere, da un partito, quanto di meglio questo possa fare per il benessere della cittadinanza.

Ora questi ultimi anni hanno confermato in me che ci deve essere una precisa volontà perché le cose non vengano normalizzate e, soprattutto, non vengano coordinante al fine di un proficuo ottenimento di risultati. Senza cedere alle tentazioni del complottismo devi darmi atto che ci sono tanti aspetti della vita sociale ai quali stiamo per arrivare che si sarebbero potuti ottenere già 20 anni fa, ma tutto questo non è avvenuto e non dirmi che non c'erano persone in grado di farlo.

Se ora stiamo approdando a qualcosa di più razionale (green economy, innovazione tecnologica e transizione digitale, pari opportunitò, tutela della disabilità) è perché non si poteva traccheggiare oltre senza finire per essere il fanalino di coda dell'Europa, più di quanto già non si sia, e questo non avrebbe giovato a nessuno, nemmeno a chi volesse dirigere le cose in un certo modo.

Non sono un esperto e probabilmente dirò delle cose imprecise ma, tanto, restano fra di noi. Penso che uno dei più ardui problemi da risolvere sia la legge elettorale che del resto, essendo redatta e gestita dai membri del parlamento, non ha molte probabilità di cambiare né come legge né come attuazione di regolamenti da essa derivati. Mi spiego con un esempio che ritemgo sia l'aspetto più plateale di tutta la questione.

Tanto per cominciare la eccessiva proliferazione di partitini che arrivano a stento al 3% non facilita le cose; le facilita per chi lucra sul finanziamento da parte dello Stato ma le complica per il raggiungimento di una linea direzionale per il benessere sociale. Troppa dispersione.

Un secondo aspetto è la mancanza di un meccanismo che impedisca al corpo parlamentare, una volta insediato, di poter cambiare gruppo di appartenenza in caso di mancata coesione col proprio partito. Senza tanti problemi si cambia area (quando addirittura non si fonda un altro partito) e si va in un'altra definita, genericamente, Gruppo Misto, infischiandosene allegramente del fatto che qualcuno li ha eletti in "quel" partito per fare gli interessi degli elettori di "quel" partito. Non parlo di serietà professionale perché la nostra politica non sa nemmeno dove sia di casa ma ne parlo sotto l'aspetto di tutela degli elettori. Se io, deputato o senatore di un detertminato partito, non dovessi più trovarmi d'accordo con le direttive emanate dal partio stesso, non potrei cambiare "casacca". O abbozzerei, come si dice in termini spicci, cercando il dialogo oppure dovrei dare le dimissioni e il mio posto verrebbe preso da chi per un voto fosse restato escluso al momento delle elezioni, lasciando così inalterato il corpo parlamentare di quel partito. Si vedrebbe subito la differenza. Senza contare che il sistema attuale, e ci sono le prove in un passato recente, offre l'occasione di essere "comprati" per cambiare partito e questo non solo è immorale ma anche deleterio per il Paese.

Senza accettare le tesi dei complottisti devo però rilevare come qualcuno si sia posto la domanda di come mai una certa forza politica abbia, in piena pandemia e senza il minimo scrupolo, portato il Paese ad una crisi di governo, soprattutto rilevando come, almeno fino ad ora, il nuovo governo non si sia distinto molto da quello di prima.

Sicuramente non è etico pensare male per ogni cosa ma, spesso, ci si azzecca!

#ilmiocarodiario