CARO DIARIO


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Dalla mia pagina Facebook del 14 Marzo 2021:

Caro diario...

... anche in questo caso se la cosa non fosse drammatica ci sarebbe davvero da ridere a crepapelle per il numero incredibile di cavolate che accadono in Italia sul piano organizzativo.

Questa mattina sono andato a fare il vaccino. Sì, ho ricevuto la prima dose di vaccino e la seconda mi toccherà indovina quando? il giorno di Pasqua, il 4 aprile, alle 13:30, questo è riportato sul documento cartaceo stampato non appena fatta la prenotazione, il mese scorso.

La mia adorabile sposa, "colei che mi tiene sempre al sicuro", mi ha raccomandata di essere lì un po' prima dell'ora stampata sul documento (ore 12:15) perché "sicuramente ci sarà un po' di confusione". Io le ho risposto di non preoccuparsi dato che sul documento oltre al giorno in cui avrei ricevuto il vaccino, c'era anche l'ora per cui c'era poco da affrettarsi, era scritto, quindi non c'erano problemi. Anzi le ho anche detto che dato come stavano le cose saremmo addirittura stati a casa per le 13:00, ora in cui di solito a Casa Di Rossi si pranza.

Perché alla mia tenera età di "over 80" non ho ancora imparato a dare retta alla moglie? Le mogli, come diceva mio padre buon'anima, "hanno sempre ragione", così diceva mio padre. Ebbene anche mio padre aveva ragione.

L'orario che avevo scelto basandomi solo sulla "logica organizzativa" (ricordatevi queste due parole) era quello di uscire di casa alle 11:40 in modo da presentarmi alla réception dell'ospedale Sant?Eugenio non più tardi delle 12:00 in modo da avere un quarto d'ora per adempiere le formalità della registrazione e poi passare al vaccino; un quarto d'ora di riposo in astenteria prima di lasciare l'ospedale e 10 minuti per arrivare a casa. Il rispetto del nostro orario del pranzo era, in tal modo, assicurato.

Alle 11:50, inn anticipo ma oramai ero lì, mi sono messo in coda nell'androne dell'ospedale per attendere il mio turno per la registrazione. Questa semplice operazione, e non capivo il perché sapendo che le persone dovevano necessariamente avere una cadenza quasi obbligatoria determinata dall'orario della prenotazione era piuttosto lenta. Infatti solo alle 12:10 mi hanno registrato e poi mi hanno fatto mettere in fila con altre persone che aspettavano il via libera da un'altra zona dell'ospedale per arrivare finalmente... dove? al luogo dove avrei ricevuto il vaccino? Macché, sarei arrivato al luogo dove una infermiera, dopo aver controllato che sul suo elenco il mio nome effettivamente ci fosse mi ha dato (finalmente) un numero che equivaleva alla mia posizione nel circuito della vaccinazione. Intanto si erano fatte le 12:30. Avevo ricevuto il mio numero (205) e, diligentemente mi sono rimesso in fila, questa volta seduto, aspettando che venisse chiamato il mio numero. Mentre espettavo ho fatto due chiacchiere col signore che mi precedeva nella fila, infatti aveva il numero 204. Casualmente, dato che ci lamentavamo del ritardo, gli ho chiesto a che ora lui avrebbe dovuto essere vaccinato. La sua risposta, 12:30, mi ha lasciato trasecolato. Ed è così che ho imparato, in barba alle più elementari tecniche organizzative, che, a prescindere dall'orario dell'appuntamento, quello che comanda è il posto che occupi in fila nell'androne dell'ospedale. Chissenefrega dell'orario dell'appuntamento. Quello che conterà veramente sarà il numero che ti daranno quando ti avranno controllato il nominativo.

Mi sono sentito tradito, in barba alle più sofisticate tecniche organizzative studiate ai tempi dell'università e dell'ISIRP. Ma non era ancora finita. Quando alla fine hanno chiamato il mio numero non è stato per andare a sedermi sulla poltroncina del vaccino, no, è stato soltanto per andare davanti ad un banco per dire su quale braccio desideravo ricevere il vaccino e per ricevere un documento che mi avrebbe consentito di fare anche la seconda dose. Dopo un'altra attesa di almeno dieci minuti finalmente, come Dio ha voluto, mi sono trovato seduto sui una bellissima poltroncina blu reclinabila con il mio braccio sinistro (dato che scrivo con la mano destra) scoperto. Erano le 13:10!

Mentre aspettavo che la dottoressa adibita al controllo dei documenti ritirasse i miei, lì vicino a me c'era un'altra addetta che stava riempiendo delle carte e avendo fatto un'osservazione entusiasta sull'andamento delle vaccinazioni, mi sono permesso di dire che col sistema che era stato attuato dalla nostra ASL c'era poco di che essere soddisfatti. Alla richiesta del perché di questa mia osservazione ritenuta dalle persone lì attorno a dir poco sconveniente, io ho risposto: "Semplice, sarebbe bastato mettere accanto al nome con la data e l'ora del vaccino anche un numero progressivo e avremmo evitato tutte queste lungaggini. Semplice!"

Non l'avessi mai detto. Sono stato investito da un coro di commenti scandalizzati, come se avessi violato il Santo Graal! Ho lasciato perdere per non creare altro scompiglio e, finalmente, mi hanno vaccinato. Dopo un attesa di un quarto d'ora per prudenza nel caso avessi avuto qualche reazione negativa, finalmente sono evaso dall'ospedale schifato dalla pessima organizzazione, non delle dottoresse, per carità, loro sono bravissime e superiori ad ogni elogio, ma dalla struttura organizzativa che evidentemente ha ancora molto da imparare. Erano le 13:30.

L'unica nota positiva in questo caso è che, forse, e dico forse, mi sono risparmiato, il giorno di Pasqua, di saltare il pranzo dato che l'orario che mi hanno dato, 13:30, non lascia speranze. Se io, alle 9:00 del mattino mi metto in coda per la registrazione, forse ce la faccio ad essere a casa per mangiare il mio sublime "Pasticcio Verde" che la mia Perosnal Chef, con amorevole cura, avrà l'accortezza di prepaprare.

Anche su questa cosa non mancherò di farti, caro diario, le mie considerazioni nella speranza che almeno questa volta non incorra in qualche altra manchevolezza della "logica organizzativa". Vuoi vedere che questa volta mi diranno che è troppo presto?

#ilmiocarodiario