CARO DIARIO


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Dalla mia pagina Facebook del 1 Ottobre 2022:

I SENTIERI DELLA MEMORIA
"L'Iran del tempo dello Scià di Persia"

Caro diario... ... ieri ho condiviso, con una certa difficoltà, il video postato da Tina, una ragazza iraniana che vive a Parigi e che ha espresso il desiderio che, noi che leggiamo, potessimo condividere questo video per sensibilizzare il più possibile l'opinione pubblica per fare in modo che il regime islamico, attualmente al potere in Iran, possa rispettare i diritti civili.

Questa cosa ha risvegliato nella mia memoria il viaggio che feci in Iran nel 1973, quando il regime era quello dello Scià Reza Pahlavi e quando vivere in Iran era più o meno come vivere in una qualunque città, non dico proprio europea ma comunque dove non esistevano imposizioni che minassero la libertà personale.

Verso la fine di ottobre del 1973 io mi recai a Teheran dove, insieme al mio collega Luigi De Lucchi, osservatore dell'ENI in Iran, lavorammo per mettere a punto il programma della visita che il nostro Presidente, Raffaele Girotti, avrebbe fatto in Iran e nel corso della quale si sarebbero dovuti firmare alcuni protocolli relativi al rapporto ENI/NIOC che venivano estrinsecati con la presenza della SIRIP, la società italo-iraniana per il petrolio.

Ci vollero venti giorni per mettere a punto quella visita dato che i protocolli, in Iran, all'epoca erano molto particolari. Prima che le autorità governative fissassero degli appuntamenti ci volevano giorni però alla fine tutto si riusciva a concludere. Erano ancora da venire i problemi che il regime islamico avrebbe creato anche se la popolazione era sempre più intollerante per le vessazioni che il regime imperiale imponeva ai propri sudditi. Infatti fu proprio questa intolleranza che suscitò tanta ribellione capace, con l'aiuto degli ajatollah, di destituire il regime imperiale.

Ma all'epoca che ricordo io Teheran era ancora una bellissima città, dove era possibile fare tutto ciò che si voleva, e dove gli europei venivano trattati con gentilezza. Tu non potresti credere, caro diario, da come stanno andando adesso le cose, a quello che ti potrei dire sulla vita a Teheran in quel periodo. Io alloggiavo all'Hotel Hilton, dove del resto risiedeva anche l'amico De Lucchi, e dove, nel seminterrato c'era un bellissimo night club dove di solito, dato che in città non c'erano divertimenti che potessimo frequentare, noi passavamo le serate e dove si poteva ascoltare della bella musica e, al limite, anche ballare. Nulla era precluso! Ricordo che in quei giorni andai a vedere gli incontri di tennis della Coppa Aryamehr presso l'Imperial Country Club di Teheran e dove il premio finale di 9000 $ fu consegnato dallo Scià in persona e dove vidi, per la prima volta, i famosi giocatori australiani Laver, Hoad e Newcombe (questi perse in finale da Ramirez).

Ora, nel sentire le cose che Tina denuncia, ti confesso che resto davvero molto addolorato perché ho avuto modo di verificare di persona che gli iraniani, quelli con cui hai a che fare tutti i giorni, nei negozi, negli uffici, nelle varie amministrazioni, sono, ed erano, tutte brave persone. Mi sto chiedendo se tutte queste brave persone, dopo aver cacciato lo Scià, si trovino meglio o peggio di prima.

Temo, caro diario che, ora come ora, non ci sia molto in cui sperare per quella gente. Il regime islamico ha dato dimostrazione, in molti paesi e non solo in Iran, di essere un regime totalitario che, al contrario dell'Occidente, non accetta il dialogo ma agisce solo secondo i dettami della sharjah. E quando le cose stanno così non c'è molto margine di trattativa. L'augurio che mi sento di fare agli abitanti di un paese che mi è piaciuto molto - col Presidente visitammo sia Teheran che Isfahan - è che il tempo, anche se non sempre è galantuomo, alla fine conduca ad un "modus vivendi" accettabile anche se ci vorrà molta pazienza perché se si vuole la libertà bisogna conquistarla. Come a suo tempo conquistarono quella negata dallo Scià ora dovranno conquistare quella negata dall'Islam."

#ilmiocarodiario

Teheran, Hotel Hilton, Novembre 1973
Da sinistra: Luigi De Lucchi, Osservatore ENI in Iran; Corrado Lodi Focardi, Coordinatore Relazioni Pubbliche ENI, il mio capo; io, Toni Di Rossi, Responsabile Relazioni Pubbliche ENI a Milano; Wilma Leone, Responsabile della Segreteria del Presidente dell'ENI, Ing. Raffaele Girotti. Siamo pronti a dare il via al programma di visite in Iran della Delegazione ENI.