CARO DIARIO


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Dalla mia pagina Facebook del 27 Ottobre 2022:

UNA PERSONA CHE NON DIMENTICHERO' MAI
"Enrico Mattei e quel maledetto 27 ottobre 1962!"

Caro diario...
... oggi sono esattamente 60 anni da quando Enrico Mattei, Presidente dell'ENI, perì in un incidente aereo nel cielo di Bascapè, in provincia di Milano. Con lui c'erano il Tenente Irnerio Bertuzzi, pilota del Morane-Saulnier MS-760 Paris della Snam e il giornalista americano William Mac Hale che, in quei giorni, era con Mattei perché stava facendo un servizio sull'ENI per la prestigiosa rivista americana Time.

Io, a quell'epoca, ero un giovane impiegato dell'ENI, assunto nel 1961 alle Relazioni Pubbliche in quanto miglior diplomato dell'anno 1960 all'ISIRP, Istituto Superiore Internazionale Relazioni Pubbliche. In quanto più giovane dell'Ufficio ero stato assegnato al Presidente, quando egli era impegnato in cerimonie o attività simili che coinvolgevano le R.P., in qualità di una specie di "attendente"come si usa sotto le armi, ed ero praticamnete il trait-d'union tra il Presidente e la struttura organizzativa. A quell'epoca, quando ero con lui, viaggiavamo in una Flaminia corazzata e con due guardie del corpo, a causa di minacce ricevute dal Presidente a seguito dei rapporti che l'ENI intratteneva direttamente con i paesi produttori di petrolio, in barba alle regole dettate, per così dire, dalle Sette Sorelle, cioè le più grandi compagnie petrolifere dell'epoca che, a causa di questi rapporti diretti, vedevano compromessi i loro interessi.

In quella circostanza eravamo in Sicilia e precisamente a Gagliano Castelferrato, in provincia di Enna, dove Enrico Mattei quel giorno tenne un discorso che riepilogava la sua filosofia. Con il suo discorso rassicurò le autorità e la gente della Sicilia che le risorse rinvenute nell'isola sarebbero rimaste a disposizione dei siciliani. Il suo discorso fu accolto con un grande applauso. L'ultimo della sua vita.

Se Mattei, quel giorno, non avesse invitato il Presidente della Regione Siciliana D'Angelo ad accompagnarlo sul suo elicottero fino a Catania dove lo aspettava l'aereo aziendale, sarei dovuto andare io con lui e McHale, come da programma, e oggi non sarei qui a scrivere e a ricordare quei giorni. L'unica cosa che non mi sono mai spiegato è quanto riferì, poi, il Presidente D'Angelo dicendo che Enrico Mattei lo aveva invitato ad andare con lui a Milano ma aveva dovuto declinare per impegni pregressi. E' molto strano perché, per quanto possa ricordare, il piano di volo del ritorno prevedeva l'arrivo a Ciampino. Ho sempre pensato che nel tragitto in elicottero da Gela a Catania, deve essere intervenuto qualcosa che lo ha indotto a cambiare il programma iniziale.

Sono stato a contatto con Enrico Mattei soltanto un anno e mezzo - dal febbraio 1961 all'ottobre 1962 - ma è stato sufficiente per capire quanto fosse un uomo determinato e desideroso di fare il bene del suo Paese. Era stato un fervente partigiano e molti dei dirigenti dell'ENI dell'epoca venivano dalle fila di coloro che avevano militato con lui. Il mio capo alle Relazioni Pubbliche, Alvise Savorgnan di Brazzà, era uno di loro.

Ebbi modo di rendermi conto che, a suo modo, era anche spiritoso. Quando eravamo in macchina, lui era seduto davanti e io ero seduto di dietro, in mezzo alle due guardie del corpo che erano due uomini piuttosto "robusti". Mattei diceva sempre, sorridendo, 'state comodi?' direi quasi un po' sadicamente. Quello che stava alla mia destra, Rino Pachetti, aveva la pistola sotto l'ascella sinistra e quindi me la trovavo sempre nel mio fianco desto. Mattei mi si rivolgeva ridendo e diceva: "Di Rossi stia attento a non ingrassare se no fra quei due non c'entra più"!

Resta il fatto, caro diario, che quando il lunedì successivo arrivai in ufficio, nel palazzo dell'ENI all'EUR, parecchi colleghi mi considerarono un redivivo in quanto credevano che sull'aereo ci fossi anche io. Quel giorno, invece fummo tutti oberati di lavoro per il funerale che si svolse il giorno dopo, il martedì 30, nella Chiesa del Gesù, presente una folla oceanica.

Quando nel 1973 diventai il Responsabile delle Relazioni Pubbliche dell'ENI a Milano, chiesi a mia moglie Fausta di dipingere un quadro col volto di Enrico Mattei che posizionai nel mio ufficio di San Donato sul muro a lato della mia scrivania. Talmente somigliante che quando la sorella di Mattei, Maria, che all'epoca era responsabile della Foresteria che dipendeva dal mio ufficio, venne da me, un giorno, per problemi di lavoro, nel vedere il quadro ebbe quasi un colpo ed esclamò sobbalzando: 'Oddio, Enrico'. Una scena che non ho mai dimenticato.

#ilmiocarodiario


Enrico Mattei (Acqualagna, 29 aprile 1906 – Bascapè, 27 ottobre 1962)
Nell'immediato dopoguerra era stato incaricato dallo Stato di smantellare l'Agip, creata nel 1926 dal regime fascista; invece di seguire le istruzioni del Governo, riorganizzò l'azienda, fondando nel 1953 l'Eni, di cui l'Agip divenne la struttura portante. Mattei diede un nuovo impulso alle perforazioni petrolifere nella Pianura Padana, avviò la costruzione di una rete di gasdotti per lo sfruttamento del metano e aprì all'energia nucleare.
Enrico Mattei davanti al Morane-Saulnier MS.760 Paris I-SNAP che la sera del 27 ottobre 1962, tornando a Milano da Catania, precipitò nelle campagne di Bascapè mentre era in fase di avvicinamento all'aeroporto di Linate. Assieme a lui morirono il pilota Irnerio Bertuzzi e il giornalista statunitense William McHale della testata Time–Life, incaricato di scrivere un articolo su di lui.
Genova / 25-6-1961. Il mio primo "incarico" col Presidente. Siamo a Genova per l'inaugurazione del primo tratto del grande Oleodotto dell'Europa Centrale. Mi si vede dietro le spalle dell'Ing. Mattei che parla con i ministri di Germania e Olanda. A sinistra, seduto, il Ministro delle PP.SS. Giorgio Bo. Chino sul microfono Alvise Savorgnan di Brazzà, il mio capo diretto e fidato collaboratore di Mattei fin dai tempi della resistenza.
Pisticci (MT) / 29-7-1961. Siamo a Pisticci, nella valle del Basento, per la cerimonia di inaugurazione del nucleo industriale. Sto salutando il Presidente che sta per salire sull'elicottero che lo porterà, insieme ad alcuni dirigenti, a Ferrandina per poi proseguire per Roma. Il mio incarico era terminato e non c'era bisogno che io andassi con lui. Ricordo che, salutandomi, Mattei mi disse sorridendo. "Stia tranquillo Di Rossi, sono in buone mani!". Lui lo sapeva che preoccuparmi per lui era parte delle mie mansioni.
San Donato Milanese (MI) / 4-12-1961. "La Festa di Santa Barbara a Metanopoli celebrata alla presenza dell'On. Fanfani" (Il Messaggero). L'Ing. Mattei, Savorgnan di Brazzà (alla sua destra) ed io siamo in attesa dell'On.le Fanfani che sarà l'ospite d'onore alla festa di Santa Barbara che è la protettrice dei petrolieri. La sala che ci ospita in questa occasione è quella della mensa aziendale.
Urbino (PU) / 4-2-1962 Sono con Enrico Mattei a Urbino dove gli verrà consegnata la Laurea Honoris Causa in Economia e Commercio. Nel pomeriggio, alla fine della cerimonia, prima di tornare a Roma saluterò il Presidente che, invece, andrà ad Acqualagna, sua città natale, per salutare tutti i suoi vecchi amici. Sarà l'ultima volta che lo vedranno.
Gagliano Castelferrato (EN) / 27-10-1962. Discorso dell'Ing. Mattei in Sicilia sul futuro della regione e sul mantenimento in loco delle risorse energetiche. Alla destra di Enrico Mattei il Presidente della Regione Siciliana D'Angelo che nel pomeriggio lo accompagnerà a Catania impedendomi così, di fatto, di prendere posto sull'elicottero. Sarà questo il mio ultimo "incarico" con Enrico Mattei, grande Presidente e grande uomo!
Roma / 30-10-1962. Chiesa del Gesù. I funerali di enrico Mattei a a Roma. Una folla oceanica ha voluto partecipare al funeraledi un uomo che, caparbiamente e in barba alle "regole", ha fatto la storia dell'energia del nostro Paese.