CARO DIARIO
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Dalla mia pagina Facebook del 12 Giugno 2023:
UNA PERSONA CHE NON DIMENTICHERO' MAI
Silvio Berlusconi, un grande tycoon.
Caro diario...
... parlare di Berlusconi, ora che non c'è più, non è cosa facile. E' stato un personaggio - su questo non si discute - che ha sempre diviso in due la platea, entrambe le parti con motivi
validi per odiarlo o per amarlo. Comunque lo si possa giudicare è indiscutibile che, nel bene e nel male, sia stato uno dei personaggi più importanti della storia del nostro Paese degli
ultimi 50 anni.
La prima volta che sentii parlare di lui fu quando fui nominato Responsabile della Programmazione Pubblicità dell'ENI, nel 1979. Uno dei primi argomenti che mi trovai ad affrontare, quando
si trattò di pianificare gli investimenti in pubblicità del Gruppo ENI, fu quello delle televisioni private. Era un argomento nuovo per tutti ma del quale non si poteva non parlare se non
altro per cercare di capire quale sarebbe stata, nel tempo, l'utilità di questo mezzo nei confronti della comunicazione, non tanto di brand, quanto di quella istituzionale.
Ebbi quindi l'occasione di entrare in contatto con l'agenzia di Mediaset che si occupava di queste questioni, Publitalia '80. Mi trovai subito a mio agio con chi la dirigeva e con i suoi
funzionari: gente giovane, preparata, che credeva fermamente in quello che faceva e che aveva un vero e proprio culto per il Grande Capo, cioè Silvio Berlusconi.
Poiché il mio incarico era anche quello di pianificare la presenza delle società del Gruppo sulle varie emittenti mi trovai, inevitabilmente, a dover frequentare le varie occasioni in cui
Pubblitalia '80 comunicava ai suoi clienti quali fossero i piani previsti dalla Società per i propri canali nell'immediato futuro. E fu qui che feci la conoscenza di Berlusconi.
Devo riconoscere che sul momento era difficile non restare catturati dal suo charme. Era infatti un uomo affascinante che sapeva come dirigere il suo uditorio; aveva un grande facilità
colloquiale e, soprattutto, la cosa che più colpì la mia fantasia di "comunicatore", fu che il Capo di Mediaset non aveva in mano nemmeno un pezzetto di carta. Parlava per ore ma non aveva
bisogno di appunti. Questo, riconosco, fu un fatto che mi rimase sempre impresso. Parlando con lui si aveva la sensazione di essere l'unico interlocutore, tanto era capace di prestare
attenzione a quello che stavi dicendo dandoti, per di più, l'impressione che, talvolta, su quell'argomento ne sapesse più di te ma non lo dimostrasse.
E' ovvio che un personaggio di questo calibro avesse bisogno di qualunque mezzo per mantenere alto il plafond di un organizzazione come Mediaset per cui non mi meravigliai quando alcuni anni
dopo, quando sia io che mia moglie giocavamo a golf, fui invitato a partecipare ad un torneo di golf organizzato da Publitalia '80 per i suoi clienti golfisti.
A quell'epoca, caro diario, ero ancora un ingenuo e, pensando che fosse una cosa esclusivamente privata, per partecipare mi presi tre giorni di ferie in modo che nessuno potesse dire che avevo
approfittato della mia posizione. Non avevo ancora capito che tutto ciò faceva parte della struttura promozionale di una grande azienda che utilizzava questi mezzi per intrattenere i suoi
clienti e creare rapporti di reciproca collaborazione. Da allora presi parte ad almeno cinque o sei di questi tornei ed ebbi anche la soddisfazione di vincere diversi trofei.
L'ultima volta che ebbi l'occasione di incontrare Berlusconi e scambiare due parole con lui fu ad un ricevimento al quale venni invitato, insieme a mia moglie, a Villa Miani, ricevimento al
quale erano stati invitati i clienti più importanti di Mediaset insieme a tanti artisti del cinema e del teatro. Lo scopo era quello di far vedere come Mediaset fosse un importante veicolo
comunicazionale a largo spettro, con la possibilità di mettere in rapporto gente di mondi così diversi. In quella circostanza ebbi la riprova di quanto Berlusconi sapesse chi avrebbe incontrato
e quanta cura mettesse nell'essere al corrente di quanto avveniva fra la sua società e i suoi clienti. Mi fece una domanda che mi stupì non poco. Mi chiese se, avendo io difeso presso la mia
presidenza, la necessità che anche un ente di diritto pubblico come l'ENI, fosse presente sulle televisioni private, mi avesse creato delle difficoltà. Lì per lì, non aspettandomi una domanda
così "intima" e diretta, restai per un attimo senza parole ma poi, sapendo con chi avevo a che fare, non ebbi nessuna remora a rispondergli che la mia difesa di quella scelta poggiava sul fatto
che già a quei tempi - fine anni '80 - ritenevo un suicidio impedire che un ente di diritto pubblico non approfittasse della cassa di risonanza del nuovo mezzo televisivo per farsi conoscere
sempre meglio. Evidentemente la mia risposta gli piacque perché, stringendomi la mano per salutaci, disse sorridendo: "Abbiamo bisogno di gente come lei!". Lo ritenni un complimento e lo
salutai.
Da allora non l'ho mai più rivisto di persona e tutto quello che seppi di lui veniva dalle notizie dei giornali o delle TV. Con la sua morte finisce un'epoca e per quanto possa aver commesso
atti deprecabili che lo hanno visto coinvolto spesso con l'autorità giudiziaria, non gli si può non riconoscere di essere stato un elemento della politica italiana assolutamente fuori del
comune. Una persona che non si dimenticherà mai.
#ilmiocarodiario