Monastero Benedettino “San Daniele” sorge
su un colle di basso profilo nella corona degli
Euganei. Costruito dai Signori da Montagnone tra
il 1076/78 in onore di San Daniele diacono e
martire, fu affidato ai Monaci Benedettini di
Praglia. Il 25 febbraio 1461 il cenobio passò
ai Canonici Regolari del SS. Salvatore di
Venezia. Essi apportarono notevoli modifiche al
complesso con ristrutturazioni e abbellimenti.
Nel 1711 fu riedificata la Chiesa. Il 12
settembre 1771 un provvedimento della Repubblica
Veneta interveniva a limitare il numero dei
monasteri nel suo territorio. Con tale decreto
fu soppresso anche il Monastero San Daniele e
tutti i beni incamerati furono messi all’asta.
L’acquisto del complesso edilizio venne
effettuato dall’avv. Federico Todeschini di
Venezia, che diede la proprietà in dote alla
figlia Elisabetta, unica erede del casato,
quando sposò il conte Bartolomeo Bonomi nel
1832. Il Monastero fu allora in parte
trasformato in Villa – Castello e chiamato
“Castello dei Todeschini- Bonomi”. In
seguito il complesso passò in proprietà dei
Signori Pescarin. Nel 1947 le Monache
Benedettine del Monastero S. Rocco in Fiume si
misero alla ricerca di una casa che potesse
ospitare la Comunità. Dopo tanto silenzio la
Villa – Castello ritornò “casa di Dio e
scuola del servizio divino”. In questa nuova
dimora le monache si misero alacremente
all’opera: si dedicarono alla sistemazione
degli ambienti, alla coltivazione dei campi,
alla cura del vigneto, al taglio del bosco,
iniziando anche piccole attività artigianali
per provvedere alle necessità quotidiane. - See
more at: http://www.euganeamente.it/monastero-di-san-daniele/#sthash.SM7S6QIY.dpuf
Il Monastero Benedettino “San Daniele” sorge su un colle di basso
profilo nella corona degli Euganei. Costruito dai Signori da
Montagnone tra il 1076/78 in onore di San Daniele diacono e martire,
fu affidato ai Monaci Benedettini di Praglia. Il 25 febbraio 1461 il
cenobio passò ai Canonici Regolari del SS. Salvatore di Venezia. Essi
apportarono notevoli modifiche al complesso con ristrutturazioni e
abbellimenti. Nel 1711 fu riedificata la Chiesa. Il 12 settembre 1771
un provvedimento della Repubblica Veneta interveniva a limitare il
numero dei monasteri nel suo territorio. Con tale decreto fu soppresso
anche il Monastero San Daniele e tutti i beni incamerati furono messi
all’asta. L’acquisto del complesso edilizio venne effettuato
dall’avv. Federico Todeschini di Venezia, che diede la proprietà in
dote alla figlia Elisabetta, unica erede del casato, quando sposò il
conte Bartolomeo Bonomi nel 1832. Il Monastero fu allora in parte
trasformato in Villa – Castello e chiamato “Castello dei
Todeschini- Bonomi”. In seguito il complesso passò in proprietà
dei Signori Pescarin. Nel 1947 le Monache Benedettine del Monastero S.
Rocco in Fiume si misero alla ricerca di una casa che potesse ospitare
la Comunità. Dopo tanto silenzio la Villa – Castello ritornò
“casa di Dio e scuola del servizio divino”. In questa nuova dimora
le monache si misero alacremente all’opera: si dedicarono alla
sistemazione degli ambienti, alla coltivazione dei campi, alla cura
del vigneto, al taglio del bosco, iniziando anche piccole attività
artigianali per provvedere alle necessità quotidiane. - See more at:
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Il Monastero Benedettino “San Daniele” sorge su un colle di basso
profilo nella corona degli Euganei. Costruito dai Signori da
Montagnone tra il 1076/78 in onore di San Daniele diacono e martire,
fu affidato ai Monaci Benedettini di Praglia. Il 25 febbraio 1461 il
cenobio passò ai Canonici Regolari del SS. Salvatore di Venezia. Essi
apportarono notevoli modifiche al complesso con ristrutturazioni e
abbellimenti. Nel 1711 fu riedificata la Chiesa. Il 12 settembre 1771
un provvedimento della Repubblica Veneta interveniva a limitare il
numero dei monasteri nel suo territorio. Con tale decreto fu soppresso
anche il Monastero San Daniele e tutti i beni incamerati furono messi
all’asta. L’acquisto del complesso edilizio venne effettuato
dall’avv. Federico Todeschini di Venezia, che diede la proprietà in
dote alla figlia Elisabetta, unica erede del casato, quando sposò il
conte Bartolomeo Bonomi nel 1832. Il Monastero fu allora in parte
trasformato in Villa – Castello e chiamato “Castello dei
Todeschini- Bonomi”. In seguito il complesso passò in proprietà
dei Signori Pescarin. Nel 1947 le Monache Benedettine del Monastero S.
Rocco in Fiume si misero alla ricerca di una casa che potesse ospitare
la Comunità. Dopo tanto silenzio la Villa – Castello ritornò
“casa di Dio e scuola del servizio divino”. In questa nuova dimora
le monache si misero alacremente all’opera: si dedicarono alla
sistemazione degli ambienti, alla coltivazione dei campi, alla cura
del vigneto, al taglio del bosco, iniziando anche piccole attività
artigianali per provvedere alle necessità quotidiane. - See more at:
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Il Monastero Benedettino “San Daniele” sorge su un colle di basso profilo nella corona degli Euganei. Costruito dai Signori da Montagnone tra il 1076/78 in onore di San Daniele diacono e martire, fu affidato ai Monaci Benedettini di
Praglia. Il 25 febbraio 1461 il cenobio passò ai Canonici Regolari del SS. Salvatore di Venezia. Essi apportarono notevoli modifiche al complesso con ristrutturazioni e abbellimenti.
Nel 1711 fu riedificata la Chiesa. Il 12 settembre 1771 un provvedimento della Repubblica Veneta interveniva a limitare il numero dei monasteri nel suo territorio. Con tale decreto fu soppresso anche il Monastero San Daniele e tutti i beni incamerati furono messi all’asta. L’acquisto del complesso edilizio venne effettuato dall’avv. Federico Todeschini di Venezia, che diede la proprietà in dote alla figlia Elisabetta, unica erede del casato, quando sposò il conte Bartolomeo Bonomi nel 1832.
Il Monastero fu allora in parte trasformato in Villa – Castello e chiamato “Castello dei Todeschini- Bonomi”. In seguito il complesso passò in proprietà dei Signori
Pescarin. Nel 1947 le Monache Benedettine del Monastero S. Rocco in Fiume si misero alla ricerca di una casa che potesse ospitare la Comunità. Dopo tanto silenzio la Villa – Castello ritornò “casa di Dio e scuola del servizio divino”.
In questa nuova dimora le monache si misero alacremente all’opera: si dedicarono alla sistemazione degli ambienti, alla coltivazione dei campi, alla cura del vigneto, al taglio del bosco, iniziando anche piccole attività artigianali per provvedere alle necessità quotidiane.
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