Nella chiesa di Rabbi Fonti, dedicata a Sant'Anna. la nonna di
Gesù, la prima sensazione che ci coglie, al nostro ingresso,
è di grande semplicità ma di altrettanto grande misticismo.
La chiesa è piccola, come si
conviene ad una chiesetta di montagna che probabilmente è
destinata a raccogliere pochi fedeli, data la sua
collocazione, praticamente alla fine della valle. Ma
l'ambiente, ancorchè piccolo, ospita due o tre elementi di
assoluto significato religioso e simbolico.
Nella penombra dell'abside, in
fondo alla chiesa, si staglia un crocifisso di assoluta
bellezza e di struggente malinconia. E' stato, evidentemente,
ricavato da un tronco d'albero di particolare conformazione al
quale l'artista, del quale non si sa assolutamente niente, ha
apportato "interventi" di eccezionale valore
creativo.
Alle pareti, a sinistra e a
destra, sono esposte raffigurazioni della Via Crucis, ognuna
delle quali è stata creata da artisti diversi, che hanno
impresso il proprio particolare e personale stile.
Per finire, a mo' di Altare
Maggiore, notiamo l'utilizzo di un'antica mola da segheria.
Anche un altro oggetto vicino riveste le stesse
caratteristiche. Se ne può dedurre che gli artefici di questo
luogo sacro abbiano voluto ricordare la particolarità della
località caratterizzata dalle numerose segherie sorte nel
corso di alcuni secoli.
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