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II compact disc che viene presentato in esclusiva per i lettori di «Musica Jazz» è in grado di disegnare con assoluta fedeltà la figura artistica di Elvin Jones, uno dei più rilevanti batteristi dell'intera storia del jazz.
A questa il vulcanico Elvin appartiene di diritto fin da quando, nel 1960, il suo percorso artistico si era incrociato con quello di John Coltrane, del cui celeberrimo quartetto era stato, per anni, una vera colonna. Ma il disco che ora presentiamo intende mostrare gli sviluppi successivi e attualissimi di Elvin Jones, tanto come strumentista quanto come leader, e per questo esso attinge ad una straordinaria sequenza di dischi realizzati in questi ultimi anni per la Enja, con un anticipo del 1968 al Village Van-guard e addirittura l'anteprima di due brani che compariranno prossimamente nel Cd «It Don't Mean A Thing...».
L'appassionato non mancherà di notare, e di |
apprezzare, la larga gamma di espressioni di Elvin
Jones, resa possibile da una tecnica elevatissima, oltre alla cura nella formazione del repertorio (due degli otto brani sono suoi, uno è di sua moglie
Keiko, e la raccolta si apre con una composizione di uno dei suoi fratelli jazzisti,
l'indimenticato trombettista Thad Jones) e all'interessantissima scelta dei partner, fra i quali figura Ravi
Coltrane, figlio del grande John. (Musica Jazz) |
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