Riolo
Terme
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Il nome "Riolo" deriva da 'Rio Doccia", un
modestissimo corso d'acqua, a carattere pluviale, situato presso
la Rocca. Per oltre due secoli, viste le caratteristiche del
torrentello, il paese fu chiamato "Riolo Secco".
I primi insediamenti sui fertili terrazzi
intorno a Riolo risalgono al Neolitico e forse anche a periodi
antecedenti, come dimostrano reperti di epoca preistorica
depositati
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presso la Raccolta cittadina, nonché al Museo di Imola
e al MuseoArcheologico di Bologna. Varie testimonianze confermano
l'avvicendarsi in questi luoghi di Umbri, Etruschi, Galli, Romani,
Goti e Longobardi. In particolare, la colonizzazione romana trova
riscontro nei resti di numerose ville e nelle maglie centuriali,
in parte rilevate. La caduta dell'Impero romano e la conseguente
crisi economica spopolò la vallata. Un rilancio si ebbe a partire
dal IX secolo, quando si stabilirono nei paraggi i frati
benedettini, che costruirono la badia di San Pietro in Sala e
bonificarono ampie superfici.
Durante il Medioevo si accesero aspri
conflitti fra le famiglie potenti della valle. Nel 1500 scese in
queste valli Cesare Borgia con le sue truppe e anche Riolo venne
conquistata. Nel 1504 il papa Giulio II la privò di ogni
autonomia e la sottopose alla potestà imolese.
Il secolo XVII si caratterizzò per una
notevole decadenza economica e sociale. Il 7 agosto 1766 fu una
data storica: un esecutivo di dieci riolesi, guidati da Giulio
Cesare Costa e dal giurista Francesco Mazzolani, si riunì in
assise escludendo i forestieri. Nell'occasione, furono denunciate
prepotenze, umiliazioni, stato di servitù. Una mozione fu votata
contro le pretese di Imola. Ma erano pochi uomini soli e i tempi
non erano ancora maturi e solo dopo il 1815, con la restaurazione,
i riolesi acquisirono una certa autonomia amministrativa.
Dal 1824 un certo rilancio si cominciò
ad avvertire grazie allo sfruttamento delle acque minerali.
Nell'agosto del 1914, Riolo ebbe inoltre la ferrovia, ma le scarse
possibilità economiche offerte dalle valle ne segnarono presto la
scomparsa, avvenuta nel 1933.
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La
Rocca Trecentesca
La visita non può che iniziare dalla centrelissima Piazza Mazzanti ,
dove domina maestosa la Rocca trecentesca. Lavori di radicale restauro
stanno gradualmente restituendo la fortezza alle condizioni originali.
Un primo intervento, iniziato nel 1984 e conclusosi nel 1989 ha
consentito di adibire ampi spazi interni ad attività espositive d'arte
di importanza europea e a rappresentazioni musicali.
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Gli
ultimi lavori hanno eliminato alterazioni strutturali ed aggiunte,
recuperando anche l'originale fossato e ripristinando il ponte levatoio.
L'intero volume si staglia oggi isolato in tutta la sua primitiva
imponenza, perfettamente integrato all'antica cinta muraria superstite.
Il complesso, dotato di quattro torri angolari (fra le quali il mastio a
base quadrata è alto 22 metri) si sviluppa su quattro livelli: un piano
interrato, uno a livello della corte, uno all'altezza dei merli e un
sottotetto.
Per l'antico forte si apre ora l'opportunità di una nuova storia, che
risulterà trainante per l'identità di Riolo e del suo territorio. Gli
spazi resi disponibili saranno messi a disposizione di idee e progetti
di grande richiamo culturale. Sono addirittura tre i musei previsti: il
primo relativo alla Gastronomia italiana; il secondo alla Vena del gesso
e l'ultimo ai ritrovamenti archeologici del territorio. Naturalmente
avrà un angolo tutto suo, quello che è considerato il cimelio per
antonomasia del paese, ovvero la "bombarda della Rocca".
L'arma da fuoco, come risulta dal marchio impresso sopra è datata 1474
e appartenne a Carlo Il Manfredi, si tratta probabilmente dell'allora
modernissimo pezzo di artiglieria utilizzato nel 1527 per respingere
l'assalto di un'orda di Lanzichenecchi spagnoli.
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Le
Terme
Negli anni a cavallo tra Otto e Novecento, passata la proprietà
dello stabilimento a privati dotati di grande intuito e spirito
imprenditoriale, le strutture furono rese più ampie e funzionali e
si aggiunsero, secondo il brillante progetto dell'architetto riolese
Anselmo Mongardi: un kursaal con teatro e casinò, (purtroppo
completamente raso al suolo durante l'ultimo conflitto); una
chiesetta dedicata alla Madonna della Salute
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(1900); il Grand Hoteldelle Terme stile liberty; uffici; locali di ritrovo; giardini. In
quell'epoca le Terme di Riolo dei Bagni erano infatti un'ambita meta
per la migliore nobiltà italiana ed europea.
Le acque di sessanta sorgenti naturali, diverse per composizione
chimica e proprietà terapeutiche, vengono ogni giorno raccolte e
condotte attraverso sofisticate apparecchiature per ricavare il
meglio di quei principi utili nella prevenzione e nella cura di
molte affezioni.
Sessanta fonti di benessere che si riversano nella grande piscina
termale, gorgogliano nelle vasche terapeutiche e negli idromassaggi,
impregnano i fanghi curativi, divengono vapori benefici per le cure
inalatorie. E sono, insieme a preziose erbe curative, componenti
essenziali della linea di prodotti cosmetici delle Terme di Riolo,
ottimi per i trattamenti di bellezza. Particolarmente indicate per
l'apparato respiratorio, le acque delle Terme di Riolo sono elementi
ideali anche nelle terapie rilassanti e nei trattamenti estetici.
Immersi in un rigoglioso parco, gli attrezzatissimi padiglioni di
cura ed il Centro Estetico racchiudono il perfetto connubio tra la
tecnica moderna e la più naturale delle cure: l'acqua.
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